29 gennaio 2007

 

Morelli: No, Pagliuzzi, noi liberali non moriremo berlusconiani"

Ed ecco la posizione di Raffaello Morelli sull'articolo di Pagliuzzi.
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La mail di Beppi Lamedica sulle riflessioni di Gabriele Pagliuzzi trasmesseci a metà settimana, centra la questione politica che ci riguarda e ci coinvolge come Coordinamento. Purtroppo quelle di Gabriele Pagliuzzi sono riflessioni che delineano una linea politica contrapposta a quella del Manifesto del Coordinamento.
Il ragionamento essenziale di Pagliuzzi è riassumibile nei seguenti brani : "Non c’è dubbio che i soldi e la forza mediatica della macchina berlusconiana costituiscano oggi la condizione necessaria nella quale il campo opposto alla sinistra possa operare con probabilità di successo......
Per tutti questi motivi, ed altri ce ne sarebbero ancora, la tentazione di una posizione autonoma e critica nei confronti dei due poli che sempre di più rappresentano la pantomima di un vero sistema di alternanza liberale e che aspettano di trasformarsi in partiti unici per meglio monopolizzare consenso e rappresentanza, è grande.
Tuttavia questa ambizione rischia di diventare un’arma controproducente e dai costi irraggiungibili. Il popolo di Roma in mezzo al quale ci siamo trovati benissimo e con il quale si è respirata un’aria di condivisione istintiva si aspetta altre cose.
Più che fazioni, solidità di tenuta delle comuni convinzioni. Più che distinguo politichese, coraggio e determinazione di programmi. Se il processo di razionalizzazione in corso sul versante del Centro – Destra, che è quello che ci interessa, è il dialettico bacino di riferimento per la nostra posizione liberal-nazionale non vi sono motivi per respingere questa opportunità."
Dunque Pagliuzzi teorizza l'essere berlusconiani come un destino, caratterizza i liberali in negativo come campo opposto alla sinistra, qualifica la precisa posizione del Manifesto del Coordinamento a favore del raggruppare i liberali con i liberali come tentazione ambiziosa e controproducente. La sola cosa che gli interessa è il processo di razionalizzazione del centro-destra. Il che di fatto significa quanto meno l'adesione al disegno conservatore dei popolari europei (di cui non a caso tutti e tre i maggiori referenti del centro destra o fanno già parte o aspirano a far parte) e il tentativo di negare l'innegabile, e cioè negare l'esperienza decennale per cui il centro destra non attua una politica liberale nemmeno avendo una larga maggioranza. E' insomma una linea esattamente contraria alle posizioni politiche del Manifesto del Coordinamento sottoscritto da Pagliuzzi medesimo.
Credo che proprio la autonomia tra i gruppi firmatari enunciata nel Manifesto sia un modo forte e liberale per valorizzare il comune riconoscersi nel filone politico culturale richiamato in dettaglio nell'intero corpo dello stesso Manifesto. Quando si utilizza l'autonomia per contestare questo filone, si vanificano le ragioni per far parte del Coordinamento. Non è questione di dibattere su un'iniziativa e su aspetti organizzativi o grafici. E' fare una scelta centrifuga rispetto al liberalismo. Poi si può anche provare a chiamare liberalismo questa contestazione , ma è come ribattezzare il montone chiamandolo pesce per poterlo mangiare di venerdì.
La defezione di Gabriele Pagliuzzi e di Liberali per l'Italia mi dispiace – perché nelle poche settimane di adesione pareva avviato uno spirito collaborativo – ma alla luce dei fatti è un positivo atto di chiarezza. Spero così che il convegno di Benevento sia un altro passo sulla strada dell'impegno dei liberali che vogliono stare in politica come tali. Con i sacrifici che il compito merita e con la coerenza che esige. Per questa strada, noi ci sforziamo davvero di arrivare al superamento dell'attuale bipolarismo che è inadeguato ai reali bisogni liberali del paese perché rifugge dalla politica e da un reale confronto sulle scelte da compiere.
RAFFAELLO MORELLI, Presidente FdL

Comments:
Morelli gioca sporco. Per lui i liberali che scelgono di costituire alleanze con i conservatori smettono di essere liberali.
Questa è un'offesa all'intelligenza di chi non la pensa come lui. Sembra che solo la ricerca di un certo stile gli impedisca di definire Pagliuzzi "servo di Berlusconi".
Una cosa è certa: se continua così non morirà berlusconiano, ma morirà antiberlusconiano senza essere mai entrato in parlamento.
 
Caro Anonimo, quel titolo è mio, non di Morelli: ho solo cercato di sintetizzare in una frase non banale il suo pensiero
 
Non si mettono le virgolette se la frase non è stata detta da chi la si attribuisce.
 
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