30 settembre 2007

 

"Ragioniamo" anche noi: meglio il percorso dell’unificazione dei Liberali

Si è svolto a Roma, il 29 settembre, il convegno del gruppo "Noi ragioniamo" per la Costituente Laica Liberaldemocratica. I due gruppi organizzatori, la Federazione dei Liberali e il Forum per l’Unità dei Repubblicani, hanno riassunto in un documento finale l’obiettivo dell’iniziativa: "la presentazione alle elezioni europee 2009 di una lista espressione del mondo laico democratico liberale e repubblicano".
Questo loro obiettivo è indicato come il primo di una strategia tesa ad "aggregare progressivamente cittadini e gruppi politici sulla prospettiva della Costituente Laica Liberaldemocratica, collocata nel quadro italiano come gruppo autonomo e nel quadro europeo come componente del Partito ELDR". Ma come questo possa avvenire non è spiegato da nessuna parte.
In sostanza, sembra più una unione di piccoli soggetti volti a presentare liste, al fine di poter ottenere qualche eletto e qualche risorsa finanziaria.
La finalità semplicemente elettorale è confermata dall’auspicio "che la strategia di "Noi ragioniamo" di raccordo liberaldemocratico possa costituire fin da subito il punto di riferimento nazionale delle realtà politiche locali che si riconoscano nel progetto ed intendano presentare proprie liste alle varie elezioni amministrative in calendario d'ora in poi". Ossia il gruppo aspira ad egemonizzare tutte quelle iniziative locali che si traducono in liste, laiche, liberali o democratiche, alle elezioni amministrative.
Il documento conclusivo del convegno "Noi ragioniamo" così, infine, afferma: "L’assemblea riunita esprime l'augurio che, a partire da oggi, il tema della Costituente Laica Liberaldemocratica diventi dominio comune di tutte le forze politiche che si riconoscono in questo filone, e lanciano un appello ai partiti, ai parlamentari e ai gruppi interessati, affinché si cominci un lavoro corale di rapida costruzione di questo nuovo progetto politico ed elettorale".
Vi è contraddizione tra il richiamo all’aggettivo "laico", così rinunciando alla distinzione dei liberali dai socialisti e dai conservatori (perché non si può escludere una presenza laica in queste ultime due famiglie culturali) e il richiamo al termine "liberale", volendo distinguere, invece, questa famiglia culturale da quelle socialiste e conservatrici?
E non vi è, forse, contraddizione tra chi vuole distinguere i liberaldemocratici da coloro che non si dicono tali, pur essendo liberali, e coloro che ritengono queste distinzioni ideologiche superate dai tempi?
Oltre a queste differenze di carattere culturale, c’è una differenza fattuale. Quello denominato "Noi ragioniamo" è un progetto puramente elettorale, e quindi di breve respiro mentre il progetto rappresentato dal "Coordinamento dei liberali – per una politica liberale" ha un respiro maggiore perché l’obiettivo di fondo è la "Costituente dei liberali italiani, allo scopo di indire la grande assemblea costituente degli Stati Generali del liberalismo" proprio per ovviare alla carenza di liberalismo nel sistema politico.
Ma, allora, quale può essere l’atteggiamento delle componenti del Coordinamento dei liberali – per una politica liberale" nei confronti di questa iniziativa, come di altre simili?
Se si ha la consapevolezza che la democrazia diventa liberale solo se la "cultura liberale" sa farsi protagonista (e non perchè alcuni sé dicenti liberali o "laici liberaldemocratici" hanno una loro rappresentanza, per di più marginale), "i liberali con i liberali" non è solo uno slogan ma è la stella polare per orientarsi in questo frangente..
Il Manifesto del 4 luglio 2006 indica un chiaro percorso. E’ prevista una prima fase di "raccolta" di soggetti liberali e solo quando sarà convenuto che la "raccolta" è sufficiente il Coordinamento si trasformerà in Costituente dei liberali italiani con l’unico scopo di convocare gli Stati Generali del liberalismo per decidere le forme opportune di una presenza liberale alternativa ai conservatori ed ostile a qualsiasi clericalismo.
L'Unione laica potrà, eventualmente nascere, se verrà ritenuto opportuno, solo nel rispetto dell'identità di chi si sente liberale.
L'alternativa possibile sembrerebbe l'abbandono del progetto rappresentato dal Manifesto del 4 luglio 2006 se si ritenesse impraticabile il percorso prefigurato.
Insomma, amici, è giunto il momento di parlare chiaro e porsi delle precise domande:
E’ opportuno proseguire con il Coordinamento oppure no?
Se è opportuno, coerentemente a quanto indicato nel Manifesto del 4 luglio 2006, chi ci sta?
Qualora non fosse opportuno proseguire con il Coordinamento, che cosa si suggerisce?
La mia posizione è chiara: ritengo opportuno proseguire con il Coordinamento per il progetto "I Liberali con i Liberali. Né socialisti, né conservatori, né clericali". Quindi, radicalmente alternativi agli attuali poli costituenti il regime, e a progetti di ultras populistici.
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BEPPI LAMEDICA
segretario di Veneto liberale

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