27 settembre 2015

 

Non è per la crisi delle ideologie che il PD vince, mentre i liberali non partecipano alle elezioni.


«Leggo durissime critiche al Pd riguardo alla festa dell'Unità in quanto partito non di sinistra. Io penso che questa sia la sinistra del 2015 e che reminiscenze comuniste siano fuori tempo massimo. Un po' come l'idea liberale che teniamo in vita con accanimento terapeutico e che occorre prendere atto che non convince più» (Claudio F. su Facebook):

Caro amico, fai un errore di metodo. Il PD è un partito, anzi una lista elettorale post-ideologica. Ha faticato perfino a collocarsi tra i socialdemocratici europei. Ma non è socialdemocratico, è un generico partito di centro. Del resto è la somma dei residui post-implosione di DC e PCI, ora retta pure da un ragazzotto presuntuoso e arrogantello, ma senza idee, che vorrebbe anche essere carismatico!

SOLO L’ITALIA: SENZA SOCIALISTI. E QUINDI SENZA LIBERALI. È normale che chi è socialdemocratico (che c'entra il Comunismo?) protesti. In Europa, non in URSS, i partiti di Sinistra sensata e di Governo sono tutti socialdemocratici. Solo il PD italiano non è né carne né pesce, ma solo genericamente “democratico” e ultra-moderato, all’americana. E non è una buona cosa, confrontata con le grandi tradizioni che abbiamo in Europa. Noi italiani siamo una eccezione anche in questo: da una parte il non-liberale Berlusconi, dall'altra il non-socialista Renzi. Entrambi populisti (il PD di Renzi in maniera più dignitosa, va detto), senza idee coerenti, cioè ideologie. Che non sono cose vecchie: sono la facies culturale e storica dell’Europa.

Questo è un male anche per noi Liberali. Se non ci sono i socialdemocratiici, non c'è spazio neanche per noi che siamo in rapporto dialettico con loro, la loro controparte naturale. Ma vedo che i liberali italiani di oggi continuano a non capire questa bipolarità laica e razionale: non ci possono essere liberal-democratici al Centro se non ci sono veri e propri Conservatori cristiani sulla Destra e veri e propri Socialdemocratici o Laburisti sulla Sinistra. Soltanto liberali, divisi tra Destra repubblicana e Sinistra democratica, esistono unicamente negli Stati Uniti: storia diversa, gente diversa, che non ha niente a che fare con l’Europa.

TU VUO’ FA’ L’AMERICANO. Eppure quei superficiali e politicamente ignoranti di Veltroni e Berlusconi si misero d’accordo per creare artificialmente un sistema elettorale che privilegiasse soltanto due grandi partiti di massa moderati e a-ideologici, scimmiottando l’America, tipica fissazione provinciale del Veltroni, di cui patiamo ancor oggi le conseguenze.

Certo, la gente il Partito Democratico lo vota come il meno peggio, proprio perché senza idee-forza perché non esiste alternativa. Li abbiamo votati con le mollette al naso anche noi, ma solo per non mandare al Potere i seguaci dei movimenti populisti più squallidi, quelli di Grillo, Lega Nord e Berlusconigrillini, leghisti e berluscones, che sono ancora peggio.

LIBERALI, TIPICAMENTE IDEOLOGICI. Il Partito Liberale, quella icona che rimane, come qualunque altro gruppo liberale che si dovesse costituire, è invece una formazione ideologica per eccellenza. Ma putroppo le ideologie oggi fanno parte solo dell'alta cultura, le conosce soltanto chi ha studiato storia delle dottrine politiche e storia contemporanea, neanche il laureato (e in Italia abbiamo pochi laureati, figuriamoci persone di alta cultura specialistica).

MINORANZA DA SEMPRE, INADATTI ALLA DEMOCRAZIA DI MASSA.. A questo si aggiunga che perfino nel periodo del loro fulgore i Liberali erano ristrettissime élites, efficienti e determinanti solo per la cultura e l'attivismo di pochi eroi, e per la sana, santa, prepotenza di Cavour. Del resto le liste elettorali erano legate alle tasse, e votavano in pratica solo pochissimi: poche centinaia di migliaia di cittadini. Inoltre i ministri dell’Interno con spregiudicatezza manovravano in senso ancora più restrittivo e discrezionale questo diritto. Ma sì, ammettiamolo, basta leggere il bellissimo libro dedicato alla vita di Cavour, del giovane storico Viarengo (ed. Salerno), per rendersi conto di come abbiamo aggiustato diverse competizioni oppure abbiamo goduto di imprevdibili colpi di fortuna per vincere sui conservatori e Reazionari d’ogni risma. E meno male, perché altrimenti l’Italia, Paese profondamente conservatore o reazionario per ragioni culturali e storicha, oggi non ci sarebbe.

Naturale, prevedibile, che i liberali crollassero col suffragio universale, l’errore più grande del burocrate Giolitti, e ancor più dopo il Fascismo populista e anti-liberale, che nel frattempo aveva avuto agio di rieducare in modo servile e anti-liberali i giovani italiani.

RIPESCATI GRAZIE A DE GASPERI. E Croce non bastò certo: si vide subito che i Liberali erano pochi fin dalla Costituente. Ma col solito miracolo riuscimmo a essere rappresentati in modo più che proporzionale grazie alla cultura enorme e al prestigio dei liberali d’allora, grandi uomini di livello internazionale che oggi non abbiamo più: oggi dobbiamo accontentarci di esponenti di rango neanche nazionale, ma provinciale. Comunque, pur continuando a non fare propaganda tra le masse, pur negati con la psicologia della comunicazione, addirittura teorizzando la superiorità di essere in pochi, in una eletta schiera (e invece il suffragio universale pretendeva che ci rivolgessimo a tutti, non solo ai professori e ai proprietari), i Liberali continuarono a vivere in una democrazia di massa fingendo snobisticamente di trovarsi ancora nel Regno di Sardegna. Al solito, ebbero poi la fortuna di essere sovrastimati in quanto indispensabili alla DC per costituire uno schieramento centrista, come contraltare laico (evviva De Gasperi che l'intuì) alle tentazioni di un duopolio Dc-Pci. E questo fece la grande storia e le tante riforme della prima Repubblica.

Se i liberali ai cosiddetti “tempi d’oro” di Malagodi erano al 2% (tranne quel boom momentaneo del 7% del 1963, che però era un boom conservatore causato dal voto di parecchi democristiani), ora che sono tutti defunti i votanti di allora, oltretutto liberal-conservatori, che cosa possiamo pretendere oggi quando da un lato il Liberalismo mondiale sta riprendendo la sua giusta collocazione critica "né di Destra, né di Sinistra" e sposa giustamente tutte le Riforme, tutti i diritti (e i relativi doveri), e – come se non bastasse – è crollata l'educazione scolastica delle masse?

LA LIBERTA' C'E' DOVE C’E’ CULTURA. Noi siamo legati alla Cultura, neanche più alla borghesia, ma ormai alla Alta Cultura. Ma gli stra-colti neanche vanno a votare. Ecco perché ripeto il mio mantra: inutile , infantile fare come gli altri partiti banali, noi siamo eccezionali, e quindi abbiamo più difficoltà. non possiamo né presentarci candidati, né fare tavolini da un momento all'altro, come fanno tutti. Noi, per le caratteristiche dette, come pretendono scienza della comunicazione e psicologia, dovremmo insegnare prima di proporre liste o fare alcunché. Quello che facevano i Liberali dell'800 (giornali popolari, scuole serali, club di lettura, corsi ecc.). Insomma dire alla gente che cosa è il Liberalismo, quello vero, non il liberismo che ne è solo un piccolo aspetto, neanche esclusivo, perché è in comune coi Conservatori.

La gente (i nemici, tra l'altro) conosce di noi solo questo piccolo e spesso contrastante e discusso aspetto. Che, ripeto, ormai non è più neanche solo nostro, se mai lo fu in passato visto che ha sempre fatto parte della teoria liberale, poi contraddetta dalla pratica di Governo (v. il liberista Cavour che aumenta gli interventi del nuovo Stato, quindi le spese, quindi le tasse e crea la Banca Nazionale, o il liberale Zanardelli che crea le Ferrovie dello Stato. E fecero benissimo, sia chiaro). Insomma, noi siamo ricchi di idee e Storia, quindi complicati. Gli altri sono moscerini al confronto, e oggi pure senz'anima. PD e PLI sono imparagonabili. Ma comunque loro possono presentarsi comunque alle elezioni: essendo il Nulla ideologico fanno presto a fare propaganda elettorale. Noi liberali, invece, essendo il Tutto ideologico dovremmo spiegarlo, insegnare (e insegnare il Liberalismo è difficile pure per professori universitari). A ciò si aggiunge che i Liberali di oggi, poco provveduti culturalmente a differenza di quelli dell'800, sono negati anche in psicologia e tecniche di propaganda. Insomma, non è colpa delle Ideologie, ma degli uomini inadeguati.

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