29 gennaio 2007
Pagliuzzi: "Caro Morelli, non hai capito che Destra Liberale è di destra?"
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Caro Morelli, mentre aspettavo, invano, una tua comunicazione per il completamento e il via al manifesto di Benevento, mi giunge per conoscenza una e-mail con la quale comunichi agli amici in elenco che su segnalazione di Giuseppe Lamedica ti sei accorto che la mia posizione di destra e quella del movimento Liberali per l’Italia (che pure il termine destra ce l’hanno incorniciato nel simbolo) è incompatibile con il neonato coordinamento dei liberali.
Se è così mi viene da considerare che devi essere parecchio duro di comprendonio.
Ma come, solo pochi giorni addietro, per spiegarti per l’ennesima volta che il preannunciato convegno di Benevento se voleva avere un significato lo doveva trovare nella ricomposizione dialettica dei due filoni del liberalismo italiano, ti avevo addirittura portato ad esempio storico (da te non confutato), il fatto che nel 1922 noi saremmo stati con i liberali nazionali di Sarrocchi e Scialoja e non, con tutto il rispetto, con Gobetti….!!
Mi spiace rilevare nella tua prosa e in quella di Lamedica toni da sinedrio e da sacre bolle: non avreste potuto permettervelo ai bei tempi di Zanone, figuriamoci adesso!
Il fatto è che non ho mai inteso il coordinamento un partito politico ma più pragmaticamente una tavola di discussione e se possibile di costruzione.
Quanto al manifesto, tra l’altro onesto e condivisibile in ampie parti, non mi pare avesse altra caratura che quella di generale comun denominatore per poter star seduti tutti intorno ad un tavolo.
Infine che il movimento politico a cui appartengo e che, ripeto, si chiama Destra Liberale-Liberali per l’Italia sia di destra e quindi debba parlare con il Centro destra mi sembra cosa pacifica.
Questo però non vuol dire non contestare questo bipolarismo fasullo, battersi per il No al referendum sul federalismo, così come è avvenuto, contrastare leggi elettorali liberticide, esperire possibilità di presenza autonoma dagli attuali schieramenti ecc. ecc.
Ma questa è politica. Cosa diversa dai sinedri e dalle sacre bolle dai quali sono stato d’autorità e senza appello "defezionato".
Chissà che un giorno, se ce ne sarà ancora il tempo, finito di borbottare con le e-mail e giocare alla politica di salotto, ci si ritrovi sul campo vero della libertà. Noi sicuramente ci saremo.
GABRIELE PAGLIUZZI, Destra Liberale-Liberali per l’Italia
Il manifesto dice chiaramente "distinti" da questa destra e da questa sinistra. I liberali sono distinti da questa destra e da questa sinistra per le loro idee, per i loro programmi, per i loro valori. Morelli e Lamedica pretendono che la distinzione sia nell'essere antiberlusconiani e nel rifiutare le coalizioni a costo di non contar niente nella politica italiana.
Inoltre è idiota dire, come fa Morelli in un articolo più sotto, che "il governo di FI e della CdL in cinque anni non ha fatto le liberalizzazioni care a Della Vedova": non so dove sia stato Morelli negli scorsi 5 anni, ma so che Della Vedova era in un partito che non stava in Parlamento perché aveva scelto la stessa posizione terza che Morelli e Lamedica vogliono imporre al Coordinamento.
Mi domando come ci si potesse aspettare che un centrodestra conservatore facesse delle politiche liberali: finché i liberali staranno fuori dal Parlamento i socialisti ed i conservatori non faranno i liberali!
Ed una cosa è certa: con i Morelli ed i Lamedica si continuerà a stare furoi dal Parlamento, ed i governi di centrodestra e di centrosinistra continueranno a fare le loro politiche illiberali.
Volevo chiedere a Della Vedova di partecipare al convegno di Benevento ma, letti questi articoli, non lo farò: a che scopo partecipare per poi farsi escludere da Morelli e Lamedica?
Per cortesia, cambiate il vostro motto: "i liberali con i liberali" non vi si addice.
Qua sembra che qualcuno preferisca un partito che corre da solo a tutti i costi (anche in caso di sistemi elettorali maggioritari) ma, da solo, non riuscirà mai ad essere maggioranza nel paese, piuttosto che un partito di coalizione che riesce ad entrare nel governo e a fare delle riforme liberali.
Gionata Pacor
Gionata Pacor
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