20 maggio 2006

 

10 giugno? Riunificazione su un terreno neutro con tutte le componenti

E’ finalmente venuto il momento di incontrarsi, non appena finirà l’ubriacatura elettorale. Tutti noi, soprattutto i rappresentanti di club culturali e politici liberali, potremmo vederci con questo punto all’ordine del giorno: "Gruppo promotore per l’unificazione e il Comitato organizzatore degli Stati Generali del Liberalismo". Che ne direste di sabato 10 giugno a Roma? La Newsletter del Salon Voltaire si incaricherà di convocare i club locali e nazionali.
Siamo d’accordo con l’amico Ghersi che i tempi vanno affrettati. Anche noi riteniamo che una riunificazione si fa su un terreno neutro e nuovo, non sulle posizioni di questo o quel Partito, Movimento o Club preesistente. Nessuno dei convocati e unificandi, insomma, potrà dire (o comportarsi come se lo dicesse), "sì, d’accordo con la unificazione: venite da noi…" Anzi, quando gli ultimi gradini della riunificazione saranno terminati, la volontà reale dei singoli gruppi di unificarsi verrà valutata proprio dallo scioglimento o meno del loro gruppo politico. Per i club solo culturali non sarà necessario né auspicabile, se sono specializzati (es. un club su Cavour come personaggio storico), ma doveroso se generici (es. Club di cultura liberale di Acqui Terme), perché una delle finalità più vicine e più praticabili della riunificazione sarà proprio il rilancio culturale del Liberalismo. Perciò vogliamo anche gli intellettuali dentro gli Stati generali. E solo dopo, e se ne esisteranno le condizioni, si estenderà l’unificazione alla sfera politica pratica.
In quanto alla contingenza elettorale citata dall’amico Ghersi, la pensiamo come lui. Se ci saranno i liberali di destra, ci saranno anche i liberali di centro e di sinistra. Il gruppo non deve nascere sbilanciato, e deve avviarsi nel pieno del solco del liberalismo italiano ed europeo. Ma per evitare gli equivoci del "non detto" e le riserve mentali, assai poco liberali, vogliamo dire in amicizia e franchezza qualche parola di più all’amico Caputi, che sarà uno dei primi ad essere invitato alla riunione. Anche perché le "riunificazioni" si fanno tra componenti diverse e non tra i membri d'uno stesso gruppo.
Da parte nostra non la pensiamo come lui sulle elezioni, su qualunque elezione. Siamo emotivamente e psicologicamente vicini all'amico Mario nella sua campagna elettorale, e ammiriamo la passione che vi mette, così come siamo commossi dalla tenzone donchisciottesca - sia detto senza ironia - contro mulini a vento alti, potenti e numerosi che l'arch. Pagliuzzi sta conducendo a Milano contro tutti (Destra e Sinistra) in nome di un'idea liberale e spendendo di tasca propria.
Però, dal punto di vista razionale e per amore del liberalismo, giudichiamo questa candidatura isolata e romantica, presa senza consultarsi con gli altri liberali italiani, un errore politico e psicologico, perché per via del nome usato espone ingiustamente tutti i liberali, anche quelli toscani o siciliani - ad una sconfitta (e di questi tempi già ne abbiamo avute troppe) e sul piano della psicologia della comunicazione rafforza nella gente lo stereotipo per cui i liberali, che pure ormai dovrebbero essere non meno del 30 per cento della popolazione, sarebbero dei perdenti, dei predestinati allo 0,2 o anche all'1 e perfino - to', mi voglio rovinare - al 5 per cento.
Troppo poco, troppo vergognoso, troppo ingiusto, per chi non solo ha creato il sistema e le regole del gioco politico (e questo è il passato), ma oggi rappresenta induttivamente, secondo indagini settoriali demoscopiche e rilevatori vari, da un un quinto a un terzo della popolazione italiana. I liberali non sono un partito "di nicchia", o la lista dei pensionati.
E poi - mi scuserà Mario, ma devo dirlo, dopodiché più amici di prima - una sigla che considera Destra sostantivo e Liberale solo aggettivo è contraria perfino allo spirito del vecchio e arretrato partito di Malagodi, che non volle avere mai a che fare con la Destra, anche se i comunisti - appunto, meditate gente - erano i soli a considerare i liberali "di destra". Quindi una sigla - mi scuso per la franchezza liberale - diseducativa, controproducente e fuorviante. Ancor più di un'eventuale Sinistra Liberale, perché conferma il luogo comune sbagliato, in cui pescano le mezzecalzette di FI, il demi monde incolto della CdL e il sottobosco dei blog da caffé di periferia della Destra conservatrice o addirittura reazionaria, che vogliono darsi un'aria rispettabile.
Attenzione, quindi, ai "gesti" eroici, inutili e autolesionistici, alle alzate d'ingegno provinciali e dilettantistiche, in una fase delicata come quella attuale in cui non è certo la parola "liberale" che ha bisogno di essere propagandata, tanto è citata a sproposito a destra e a manca, ma un movimento unitario forte, numeroso e vincente. E solo se le proiezioni saranno favorevoli, i futuri Stati Generali dei liberali italiani dovrebbero trasformare il Movimento culturale del Liberalismo in movimento politico pratico da gettare nell'agone.
Forse saremo inguaribili risorgimentali, ma siamo stufi di sconfitte immeritate: vogliamo ormai solo vittorie. Perciò, dopo tanti abusi proporrei un silenzio-stampa di almeno 2 anni sull'inflazionato termine "liberale", che più lo si usa a vanvera e per cose effimere e perdenti, più si scredita, e un domani impedirà una vera rifondazione. Ma uno stop linguistico si impone anche sul piano pubblicitario: per far dimenticare alla gente, dopo una campagna di réclame sbagliate, le nostre cialtronaggini di liberali di Destra, di Centro e di Sinistra, di pseudo o post-liberali.
Siamo entusiasti della proposta di Ghersi (ma inutile sentire Cisnetto: ha già detto no, non vuole cose "ideologiche"). Il Salon Voltaire può fare da tramite per un appello alle decine di Club liberali a cui si indirizza. Più che i nomi conteranno le idee. Quindi sì anche agli amici repubblicani (ma è difficile che accettino). Ma vi dò un consiglio: non mettiamo dentro - almeno in questa fase - i giornalisti. Vi spiegherò poi perché. Riuniamoci subito dopo le elezioni amministrative (e chi sta a Milano, certo, voti Pagliuzzi) per fare immediatamente quelle prime, propedeutiche, scelte concrete che il mondo liberale si aspetta. Prima che le facciano i cialtroni o gli infiltrati di turno. Non vorremmo essere chiamati dal Destino "cinico e baro" a dover creare non il nostro ma il "loro" movimento liberale, cioè quello auspicato dai nostri avversari di Destra e di Sinistra: i LdM, i Liberali del Menga.

Comments:
Scrive Valerio Zanone sul quotidiano della Margherita, l’EUROPA, del 17 maggio: “Nella costruzione del Partito democratico la laicità è un muro maestro. Non vedo perché si dovrebbe precludere il cantiere ai radicali e liberalsocialisti della Rosa nel pugno: sarebbero un fattore sicuro di indisciplina, ma in materia di laicità la disciplina dell’obbedienza non è prescritta.”
Il dubbio è sicuramente fondato. Il partito democratico, che dovrebbe svolgere il ruolo di leadership della coalizione prodiana per costituirne un elemento fondamentale di stabilità e per essere garanzia di interventi strutturalmente riformisti, rischia di essere una mera sommatoria della Margherita e dei DS, così come strutturati dopo le elezioni politiche.
Già oggi i DS si trovano schiacciati tra Rifondazione Comunista e Margherita, rischiando di fare la fine del PSI di Craxi svenato dal PCI e dai DC. Sintomatica è stata l’elezione di Bertinotti e la mancata elezione di D’Alema. I DS hanno avuto il riflesso di difendersi dal doppio attacco imponendo agli alleati una rappresentanza governativa superiore alla propria forza parlamentare. Altro che riformisti: i DS hanno oggi un atteggiamento tutt’altro che da innovatori. La paura di svolgere il ruolo del PSI di Craxi li rende chiusi e intrattabili. Al massimo possono immaginarsi alleati dei vecchi “cattolici democratici”, con buona pace di ogni aspirazione riformista.
A propria volta la Margherita, avendo a che fare con questo partito dalemiano non potrà che far emergere quelle componenti “cattolico-democratiche” per darsi una identità non inglobabile dai DS. A questo punto la laicità sarebbe garantita dalla presenza, ad esempio, di Rosy Bindi piuttosto che da quella rappresentata dai radicali e dai liberalsocialisti. Anzi la loro possibile indisciplina, pur essendo connaturata alla laicità liberale, diventerebbe un fattore di debolezza per il percorso costruttivo del partito egemone del centrosinistra.
Ecco perché il dubbio di Zanone è fondato.
Ma, a questo punto che ruolo potrebbero svolgere i radicali e i liberalsocialisti della Rosa nel Pugno (nonché per Zanone ed i liberali che vorrebbero avere un partito in cui la laicità dovrebbe essere un muro maestro)?
Essendo ormai irrimediabilmente indebolita la componente riformista dei DS, la soluzione è quella di un soggetto diverso che erediti anche il progetto del partito democratico immaginato da Salvati e Morando, lasciando solo il nome all’alleanza conservatrice Margherita – DS: un soggetto come descritto da Zanone. Ossia un partito “di” liberali. Ed è chiaro che i radicali ed i liberalsocialisti della Rosa nel Pugno potranno avere tutto lo spazio possibile in quel cantiere. Un cantiere in cui moderati e radicali, riformisti e riformatori potranno confrontarsi con progetti liberali, liberisti e libertari affinché sia conservatori di destra che quelli di sinistra possano sentire sul collo l’alito della Rivoluzione liberale.
Ed allora, vediamoci il 10 giugno.
Beppi Lamedica – segretario di Veneto liberale
 
Come al solito chi vuole riunificare i liberali (tutti i liberali, ma solo quelli veri, i "liberali e basta") inizia dalle liste di proscrizione.

Mi raccomando:
Definite bene chi sono "liberali e basta" e chi sono i cialtroni e gli infiltrati, altrimenti alcuni che sono sinceramente convinti di essere liberali saranno delusi quando scopriranno di non rientrare nella vostra definizione di "liberali e basta" e quando si vedranno sbattere la porta in faccia.

Se ho capito bene la definizione di partenza è:

"Tutti i liberali italiani
in un unico movimento
culturale e politico
fondato su libertà, laicità,
diritti civili, Stato minimo,
centralità del cittadino,
libero mercato,
lotta alle corporazioni,
scienza libera"

In particolare:
- stato minimo, per escludere i liberali socialisteggianti, ma non troppo minimo, per escludere i libertari, i lib-lib-lib, i neolib (e qui la definizione va precisata meglio: con che criterio si definisce la linea di confine tra liberalismo e liberalsocialismo da una parte e tra liberismo e libertarismo dall'altra? Uno che è per uno stato sociale efficiente è un liberale o un socialiberale? Uno che è per la privatizzazione del sistema pensionistico, sanitario, dei trasporti... è un liberale o un libertario?)
- laicità e scienza libera, per escludere i cattolici liberali (o anche gli atei che ad esempio sono contrari all'eutanasia)
- strategia politica: terzo polo o niente. Chi non vuole il terzo polo è un infiltrato e quindi non è il benvenuto. Questo implica ovviamente un antiberlusconismo di fondo come condizione necessaria per essere liberale.

Completate voi la lista di chi secondo voi non è un "liberale e basta" perchè sono sicuro che non sono stato esauriente.

Diamo per scontato che i radicali non sono "liberali" perchè si sono venduti a questa sinistra e i riformatori liberali ed i liberali di De Luca non sono "liberali e basta" perchè si sono venduti a questa destra.

Caputi lo hai escluso tu nel tuo articolo, o per meglio dire, lo accetti a patto che faccia pubblica ammenda ed ammetta che essersi chiamati Liberali di destra è stata una prova di infinita idiozia.

Quanto a me, non mi aspetto nessun invito... probabilmente mi considerate un infiltrato, perchè uno che pensa che i liberali devano fare le maggioranze di governo con il centrodestra non può altro che essere un forzaitaliota travestito, vero?

(scusate l'ironia, ma queste sono le sensazioni che mi suscitate quando parlate di "liberali e basta", di "liberali veri", di "finti liberali", di "cialtroni" ed "infiltrati".)

Ciao,
Gionata Pacor
 
Io sarò alla riunione, da parte dei Liberali per l'Italia.
Sostanzialmente devo dire che mi trovo d'accordo con il commento di Di Massimo.
A questo stadio, meno che primordiale direi, non dobbiamo, non possiamo, preoccuparci delle sfumature su Liberalismo perfetto, libertarismo, liberismo ecetera eccetera eccetera.
Dobbiamo aver presente l'obbiettivo primario che dovrebbe essere quello di dar vita ad un soggetto Politico (politico, non culturale o almeno non solo culturale) riunificatore di chi si sente liberale. Dotarlo di una solida organizzazione e scegliere le regole che lo governano. E solo a quel punto potremo dare il via alle discussioni sui contenuti, sulle strategie, alleanze ecc.
Altrimenti continuare ad ululare alla luna sarà solo folklore.

A Gionata Pacor dico, lascia stare, è politica, ognuno fa il gioco delle parti per tirare la coperta quanto più possibile sulle sue posizioni.
L'importante è che la volontà di tutti sia riunirsi e diventare forti il più possibile.

Ritroviamoci il 10 Giugno, dopo aver fatto un bel bagno di umiltà.

Un saluto.

Federico Laschi
Liberali per l'Italia
 
Caro Guido,

ho provato in tutti i modi a far dialogare i Liberali Italiani con NeoLib. Ci sono ben 3 miei articoli sull'Opinione che lo dimostrano. In uno ho citato proprio il Suo appello alla ragionevolezza.

Nell'ultimo articolo ho perfino fatto quello che Nico Valerio mi aveva sfidato a fare: espormi in prima persona.

Il risultato è Nico Valerio mi ignora, segno di disprezzo.

Mi dica ora Lei cosa posso ancora fare per cambiare questo stato di cose, che sinceramente non capisco.

Spero vivamente che Lei voglia venire anche al convegno di Sestri Levante.

P.S. Una saluto da mio padre.
 
Caro Laschi,

nello stesso spirito che La anima, spero vivamente che anche Lei venga al convegno di Sestri Levante.

A presto,

Paolo Di Muccio
 
So che era solo un esempio, ma per esempio:

Ad Acqui Terme il "centro studi culturale Luigi Einaudi"(che mi sembra fosse un liberale!) appoggia un candidato DS (ex-pci ex-pds credo!) contro il centrodestra e contro una lista civica (liberl-socialista probabilmente appoggiata anche dalla RNP).

Le elezioni comunali ci saranno tra un anno, ma visto le premesse devo smettere di prendere in giro i romani per la coppia Veltroni-Alemanno!
 
Per evitare che il simpatico Pacor faccia altri siparietti: guarda che stiamo cercando di unificare i gruppi, le sigle, i club, i movimenti. Non i... singoli liberali.
Più in generale:
E poi, se ho ben capito, neanche lo Stato laico sta bene? Guardate che non esiste un liberalismo senza laicità. Anche la Destra liberale lo sa. Infatti tra Destra e Sinistra Liberale c'è poca differenza. Addirittura la laicità è all'origine del liberalismo. Lascia stare le cavolate del Foglio e dei teocon attuali: questa è bassa politica contingente. Ma la laicità è un fondamento non negoziabile. E' come dire: eliminiamo le libertà.
I liberali guardano le idee e i principi, non i politicanti o la banale contrapposizione Berlusconi-Prodi.
E' proprio la scarsa importanza che date alle idee che insospettisce... Oltre al fatto che pensate che si possa, magari a maggioranza, eliminare i cardini del liberalismo. Che so, solo perché non piace all'anarchico, eliminare le famose regole liberali (il Diritto, la legalità, il metodo, il bilanciamnto dei Poteri ecc), o solo perché non piace al clericale finto-lib eliminare la neutralità dello Stato sulle religioni. Queste cose "sono" il liberalismo. Se le togli, cosa resta? Solo conservatorimo (individuo e mercato).
Insomma, non stiamo spaccando il capello in quattro: è che davvero voi avete idee diverse, più anarco-capitalistiche che liberali. Non capisco questa insistenza nel volersi chiamare a tutti i costi "liberale". Ma perché, la parola "conservatori" vi fa schifo? Un problema psicologico vostro. O c'è il calcolo? Pensi che gli elettori non voterebbero mai una lista onestamente definita come "anarco-capitalistica"? Hai ragione, e farebbero bene.

Eppoi un consiglio: dovete studiare e leggere, come abbiamo studiato e stiamo studiando noi. Non dovete "scegliere" il divo liberale che vi piace di più e ignorare gli altri. Il liberalismo non è la banale musica rock, dove ci sono le mode e tutto è transitorio e commerciale. Ma semmai il jazz, in cui TUTTI i jazzisti sono importanti e sempre attuali. Perché tutti volevano solo fare arte. Perché si ponevano come individui di fronte all'universo. E sono quindi assoluti. Come i musicisti classici. Ed eterni. Io ascolto Bix Beiderbecke e Coltrane, Fletcher Henderson e Parker, Lee Morgan e Fats Navarro.
Perciò nel liberalismo vanno studiati o almeno citati TUTTI i teorici liberali, nessuno escluso.
Il liberalismo è la sintesi di tutti gli autori. Altro che questo o quel saggista alla moda o il più recente o di tendenza. La libertà è una tendenza eterna dll'uomo, quindi è naturale che i suoi teorici siano soprattutto gli antichi. E' qui il problema: nel gap culturale di una certa Destra
(come sempre, io faccio un discorso generale, non mi riferisco a te, ma intendo parlare a tutti, con un solo post)
 
Caro Nico,

mi sembra che dimentichi il valore più importante dei liberali: il dialogo.

1) Da mesi ormai io rispondo a tono alle tue affermazioni, citandoti rispettosamente, e tu invece IGNORI completamente le mie.

2) Non argomenti mai, limitandoti a snocciolare analitiche (in senso epistemologico) e quindi sterili tautologie, come "la laicità è carattere essenziale del liberalismo".

3) Con grande rispetto e pacatezza ho criticato proprio questo atteggiamento DOGMATICO e ANTIILLUMINISTA: tu decidi arbitrariamente cosa è liberale e cosa non lo è, senza degnarti di argomentare, senza degnarti di ascoltare le obiezioni altrui, isolandoti senpre di più nel tuo delirio megalomane.

Scusa se ho perso la pazienza, ma c'è un limite anche alla mia capicità di sopportare una tale arroganza cosmica.
 
Il liberalismo non è blablabla,
ma bliblibli.

Il liberalismo non fa bububu,
ma bebebe.

Il liberalismo è, non è, ma fa, e non fa... e basta!

Parli del liberalismo come il papa di dio.
 
Nico,

un partito non può essere un club esclusivo con tanto di test di ammissione.
Se devi escludere il 99% di quelli che si sentono liberali perchè non condividono il 100% delle tue idee, che cavolo riunificazione è?
Per paura che si formi una maggioranza che ti elimina un cardine del liberalismo ti metti a far fuori tutte le minoranze? Come Stalin che metteva a morte Trotsky?

Così metti a morte la tolleranza verso le idee altrui, che se non sbaglio dovrebbe essere anch'essa un cardine del liberalismo.

Sembra quasi che tu voglia diventare una specie di sacerdote custode del paleoliberalismo, e scomunicare tutti quelli che non seguono il Verbo alla lettera...

Ciao,
Gionata
 
Allora vi torno a trovare dopo un po' di tempo che non mi avete (neanche a me) preso in considerazione qua!
Mi presento: io nacqui... tutti nascemmo... poi divenimmo... ed ora siamo... nel frattempo non mi risulta che nessuno mi abbia fatto mai un test per capire io o lui come mi debba o mi possa definire... dopodichè, filosofia e storiografia a parte, bisogna fare delle scelte e sono le esperienze di ognuno che ci portano a farle, ed allora è successo che mi sento PROFONDAMENTE anticomunista ed contro ogni dittatura o razzismo, ma parto da un'idea che si basa sul rispetto e sull'eguaglianza come punto di partenza e non come punto di arrivo sociale, perciò mi dichiaro di centro-destra.
embè?
Vi autorizzo a cancellate e/o bannare questo intervento se a questo punto per voi sono un conservatore!
Mi continuo a presentare: sono un credente, dopodichè sono anche un laico, dopodichè non me ne frega niente dei preti... ma li ascolto... non sono anticlericale ma neanche clericale, però ho la fede.
embè?
Vi autorizzo a cancellate e/o bannare questo intervento se a questo punto per voi sono anche teocon!
Inoltre: penso che si debba recuperare lo spirito e le idee (la parte non realizzata) del '94, perchè riconoscerete che una parte di tante tematiche è stata affrontata dal centro-destra... comunque si deve fare tanto di più è vero! Si deve fare ancora la Rivoluzione Liberale, dopodichè, siccome penso anch'io alla libertà degli altri che deve essere tenuta sempre in considerazione, mi preoccupo di analizzare quanto un aumento di libertà possa ledere i diritti di altri...
embè?
Vi autorizzo a cancellate e/o bannare questo intervento se a questo punto per voi sono anche un individualista "tifoso"!
Inoltre, e qui viene il bello, penso che ci sia un sostanziale problema di libertà in questo paese, contro una maggioranza che impone a tutti i livelli la propria politica includente (di facciata) tutte le posizioni dal comunismo al verdismo al socialismo al laicismo al popolarismo al progressismo fino alle nuove frontiere del radicalismo del patriottismo del moderatismo e... del liberalesimo, il tutto condito con una buona dose di controllo burocratico, del territorio, amministrativo, connivente con il sindacalismo e ben appoggiato da molti poteri forti, e con le truppe cammellate ben allineate tutte della kultura (artisti a tutti i livelli) e dell'informazione, noi cosa ci stiamo a fare? Eh sì la GENTE è al 30% LIBERALE in questo pese, MA LA CLIENTELA funziona ECCOME!
Vi autorizzo a cancellate e/o bannare questo intervento se a questo punto per voi IO NON SIA UN LIBERALE! Ma un infiltrato!
Sauti.
 
Ah a proposito, non faccio parte di nessun movimento, club, gruppo, sigla o quant'altro, però ho scritto a tutti i gruppi/partiti che conosco per vedere se in PROVINCIA ci sia uno straccio di rappresentante LIBERALE, l'immaginate da soli qual'è stato l'esito... HAI VOGLIA PARLARE DI LIBERALISMO, FILOSOFEGGIANDO POI, SE NON SI INIZIA AD ANDARE SUL CONCRETO PRIMA CON, COME DICE FEDERICO, UN BEL BAGNO DI UMILTA' E CON STRUTTURE "INCLUDENTI"!
I DIRIGENTI DI PARTITO SANNO DI COSA PARLO!
SALUTI DI NUOVO!
 
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