20 aprile 2006

 

Basta con questa Destra e questa Sinistra. Bipolarismo da rifare

L’italiano, si sa, è un antico popolo di antipatizzanti. Odiatori specializzati fin dai Guelfi e Ghibellini dei tempi di Dante (Bianchi e Neri, ci ricordano i cognomi rivelatori), e anche prima, al tempo dell’antica Roma, forse per le pulsioni individualistiche e anarcoidi che nella già corrotta Magna Grecia derivavano dalla madrepatria, fiaccata nella sua civiltà dalle lotte fratricide, come racconta Polibio.
Sono le idee - il Logos o la Ragione, dicevano i filosofi - e poi i fatti concreti a contare per il liberalismo, non le persone. E negli uomini si guarda alle personalità, non ai caratteri, dando importanza alle diverse opinioni, non alle antipatie-simpatie. Insomma, la corteccia, non l’ipotalamo nell’anatomia del cervello.
E invece, solo antipatie e tifo immotivati abbiamo visto nella recente campagna elettorale. L'ottusità dello stadio. Eppure il liberalismo aveva cercato di far capire anche agli Italiani che le fazioni di amici e le sètte tribali sono il contrario dell’Occidente liberale. Ci riportano all’Oriente barbarico dove regna la pulizia etnica, la dicotomia antropologica ed etico-manichea tra Noi (buoni, onesti, giusti e intelligenti) e Loro (malvagi, disonesti, ingiusti e ottusi). Ma è stato inutile.
E poiché il liberalismo è un complesso di idee, ma anche l'intero sistema politico attuale, ecco che gli avversari non sono mai nemici. Tanto più che essendo ormai l’unica dottrina politica vincitrice nella Storia, ha permeato di sé tutto l’Occidente, ed ha pervaso ormai molti partiti che prima liberali non erano. Negli Usa, invece, entrambi i partiti sono liberali, e la lotta tra Repubblicani e Democratici è in realtà solo una diatriba tra liberali di destra e liberali di sinistra, diversi solo per alcune sfumature, anche se i secondi sono accusati dai primi di essere di sinistra, cioè liberal.
Nel Regno Unito, dove l'ago della bilancia è il partito liberale, ormai, anche gli altri due partiti sono a qualche titolo liberali. Lo stesso nel resto dell’Europa. Tanto più che il liberalismo è vasto e articolato, altrimenti non avrebbe potuto rispondere a tutte le esigenze del mondo moderno, e vincere. Perciò si divide, diciamo, in una destra, un centro e una sinistra. Tutte e tre liberali. Proprio come nell’Italia del secondo Ottocento, quando alla Destra storica si oppose una Sinistra, entrambe liberali.
E perfino nell'Italia di oggi, in cui i liberali veri sono una minoranza, sicuramente non sono meno del 30 per cento. Siamo pur sempre in Occidente e tra i Paesi più sviluppati, ed è entrato ormai nella testa di molti che chi non la pensa come noi deve avere riconosciute le sue libertà, che l’imprenditore non bravo deve fallire, che bisogna privilegiare il merito, che il cittadino deve prevalere sullo Stato, che quest’ultimo deve rispettare tutte le idee e le credenze personali, e restare neutrale.
Ed è rassicurante che tutte le tendenze liberali, di destra, centro e sinistra, sono ancorate ai principi base del liberalismo. Variano solo le quantità della ricetta: tutela di tutte le libertà, compresa la scienza, mercato libero, laicità dello Stato (filosofie e religioni, tutte tutelate, sono un fatto puramente privato), prevalenza del cittadino sullo Stato. I liberali, tutti i liberali d’ogni tendenza, sono dunque contrapposti, in antitesi, ai socialisti puri, ai conservatori puri, e ai clericali. Non c’è dubbio.
Ne deriva, quindi, che la bipartizione Destra-Sinistra che abbiamo visto confrontarsi alle recenti elezioni, in un’Italia in cui a differenza degli Stati Uniti e del Regno Unito non ci sono solo liberali di destra contro liberali di sinistra (magari), ma anche comunisti e postcomunisti, clericali cattolici, fascisti e postfascisti, favoriti dalla selezione operata dai magistrati di "Mani pulite" che penalizzò il Centro o Pentapartito, è fuorviante e patologica, perché dà troppo spazio e dignità liberale a partiti, correnti o candidati che non sono liberali, ma socialisti, conservatori o clericali.
Questo è il problema, unico dell’Italia, e in minor misura della Francia: persistono, contro ogni logica liberale moderna, troppi comunisti, troppi socialisti puri (i socialdemocratici alla Boselli, sia chiaro, ormai sono liberali), troppi conservatori, troppi clericali, troppi fascisti. Ma poiché la cultura e la parola stessa liberale sono vincenti, visti come positivi, ecco che se ne sono impossessati in massa i conservatori, quelli che sventolano solo il mercato e l’individuo (principi liberali, ma da soli compatibili anche col fascismo), e talvolta l’America di Bush. Ma questi valori liberali che nel Paese di tutte le libertà sono lo slogan dell’ala destra del liberalismo, in Italia, non accompagnati dai nuovi diritti, dalla laicità e della cultura scientista, come in America, acquistano uno strano significato conservatore, forse liberista ma non liberale.
Ecco perché è giunto il momento, approfittando della crisi inguaribile di questa Destra e di questa Sinistra confusionarie, illiberali, incapaci ma capaci di tutto, di indire gli Stati Generali del Liberalismo, per unire i molti club di cultura liberale, allo scopo di creare alla fine d'un lungo processo un unico soggetto liberale indipendente che dovrebbe sottrarre molti uomini ai principali partiti moderati e favorirne la dissoluzione.
Solo allora, è vero, questa forza davvero liberale (chiamiamola per ipotesi "Liberali Italiani") potrebbe costituire uno dei tre poli della politica italiana, e potenzialmente aspirare anche ad un realistico 30 per cento. E tra un forte gruppo cattolico-conservatore (Destra) e un nutrito gruppo socialista (Sinistra), i liberali sarebbero un terzo polo determinante. Ma per far questo è indispensabile l’implosione dei partiti di Centro, tra cui Forza Italia e Margherita, che favoriscono l'equivoco d'un finto liberalismo diffuso nella classe politica e impediscono la ricomposizione dello schieramento in chiave più anglosassone. Ecco perché questi partiti, sia a Destra che a Sinistra, hanno così tanta paura dei liberali.

Comments:
Le liste davvero liberali nella competizione appena conclusa erano solo 4, di cui 3 davvero marginali, e una in buona posizione e presente dappertutto.
Eccole:
PLI (presente solo in poche circoscrizioni o collegi), Riformatori liberali (idem),
PRI (idem).
Rosa nel pugno (presente ovunque).
In pratica quest'ultima era l'unica lista liberale visibile ovunque sulle schede.
Questo in un Paese in cui 2/3 della classe politica si definisce strumentalmente "liberale". Forse perché non avendo idee si ritiene un moderato. Un moderato dell'intelligenza...però.
 
Avete letto dell'assemblea liberale di fine maggio?

http://leguerrecivili.splinder.com/post/7819576

Ovviamente tutto il comitato di Liberali Italiani è invitato!
 
A' Vale', leggi un po' l'opinione di oggi... guarda che bella sorpresina... eh eh eh
 
vi invito ad uno scmbio di link con il mio blog Italia Laica

www.italialaica.splinder.com
 
Buona fortuna, Neolib

Leggo oggi 12 aprile su L’opinione a pagina 7, un intervento di Paolo di Muccio
reperibile sul sito www.opinione.it (ed. numero 87).

Devo prendere atto di un perfetto isolamento e, direi – più o meno - di una dichiarata guerra contra – Hamlet (Luca Tentellini).

Ubi maior minor cessat, dunque. E, continuando con il latinorum, Vox populi vox dei.

A voi Neolib campo libero di gioco, la palla, l’onore e l’onere di andare in goal.

Hamlet è stato colpito, silurato e affondato. Ma siccome dispongo di un piccolo sottomarino tascabile, continuerò a navigare a quota periscopio.

Ma, Caro Paolo di Muccio, un’unica precisazione riguardo l’esortazione perentoria rivoltami a rimboccarmi le maniche e darmi da fare.

Ho già dato molto alla politica, ieri come oggi (e ricevuto ben poco); vediamo ora cosa sarai – tu - capace di fare, realizzare, costruire.

Magari, cerca di informarti un pochino su chi decidi di porre sotto attacco, prima di scrivere l’altrui nome e cognome su un giornale.

Come dice un antico proverbio, aspetterò sul greto del grande fiume degli eventi, con pazienza.

Per quanto mi riguarda, vale il detto: “meglio soli che male accompagnati.”

Certamente continuerò a seguire con attenzione quello che riuscirete a realizzare.

Buona navigazione.

Hamlet
 
"Magari, cerca di informarti un pochino su chi decidi di porre sotto attacco, prima di scrivere l’altrui nome e cognome su un giornale."

Beh veramente la mia è stata una difesa non solo legittima, ma anche proporzionata all'attacco. Non mi sembra di aver trattato voi diversamente da come voi avete trattato Jinzo. Quindi non capisco la tua lamentela.

Per quel che riguarda il merito della questione, rispetto la vostra opinione ma non la condivido affatto.
 
Sul sito di NeoLib, nei commenti all'articolo di di Muccio, ho scritto:
"In fondo Tentellini e Valerio se la sono cercata... ma bisognava proprio rispondere occhio per occhio?
Avevo invitato Jinzo ad essere superiori alla loro superbia e di invitarli lo stesso alla conferenza di fine maggio. Dopo questo articolo mi sa che dovremo limitarci ad unificare tutti i liberali meno (almeno) due.
Speriamo di non andare avanti così..."

Io torno ad invitarvi alla conferenza di fine maggio, perché i liberali uniti hanno bisogno anche di voi. Ne parlerò anche con Gennaio e Paganini...

Ciao,
Gionata Pacor
 
Caro Gionata, sempre gentile e cordiale,

la conferenza di maggio è - se non sbaglio - dedicata ai giovani liberali.

Io, ahimè, ho 46 anni e - dunque - non posso certo reputarmi un "giovane", anche se mi piacerebbe tantissimo tornare indietro di 20 anni.

Quindi, a noi dinosauri e intellualoidi "gramsciani" etc..etc.. spetta , al più, uno "stay behind".

Vadano avanti questi giovani Neolib. L'Italia ha bisogno di forze fresche.

Io, gli spazi per fare politica (e qualche incursione corsara) li ho già o me li trovo alla bisogna.
 
Sei un grande, peccato che siamo in pochi a seguire!
Cmn mi piace!
 
Caro Luca, ho appena lasciato questo commento sul sito Neo.Lib:

Di fronte a un comportamento così cavalleresco non posso che fare un passo indietro e inchinarmi. Candido accetta con lealtà la leale sfida di Amleto (certo non difettiamo in megalomania...).

Mi permetto però di far notare che Gionata è stato assai più ragionevole di me e che la sua opinione è sicuramente più rappresentativa. Sarebbe un peccato se NeoLib perdesse il contributo, anche critico e non organico, di Luca Tentellini per una questione d'onore tra due personaggi fittizi.
 
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