9 aprile 2006
Diaspora liberale. Ora tutti vogliono unificare e rinfondare i liberali
Dite la verità: volete solo far dispetto a qualcuno, vendicarvi perché siete stati trombati alle candidature, o avete capito solo ora che Forza Italia è la vecchia Dc (molto più clericale, però), che i "salmoni" – perdenti già nel nome – sono stati gabbati (ma se la sono voluta), che il Pli ha fatto la figura dello scemo (e ben gli sta), che An, Udc e Lega, e anche la Sinistra, radicali esclusi, sono forze conservatrici se non reazionarie, e che il bipolarismo all’italiana non funziona. E ora non sapete che fare da grandi.
Ma è troppo tardi per voi, e troppo presto per noi. Dove stavate quando col liberale Vittorio Vivona due anni fa creammo un Comitato di studio per gli Stati Generali dell’unificazione di tutti i Liberali italiani? Tutti eravate contro, allora, e fino a un mese fa, dico tutti, anche L'Opinione. "Ma quali liberali uniti, sono cose sorpassate: oggi c’è il bipolarismo", dicevate. E chiudevate col più grosso sfondone: "I liberali stanno nella Casa delle libertà". Perciò, ora, prima di proporre qualcosa di nuovo con grande faccia tosta, come si usa in Italia, come se non fosse successo nulla e voi foste i primi arrivati – addirittura gente che si firma con un alias, come il miserioso blogger Jinzo – mentre noi ci esponevamo con i nostri nomi (Vivona, Lamedica, Valerio, Di Massimo ed altri, e lavoravamo all’ipotesi nei particolari), abbiate la bontà innanzitutto di chiedere scusa, e poi di mettervi umilmente in fila, anziché posare il cappello sulle prime sedie trovate. Perché "accà niscuno è fesso", e sapete come sono considerati dagli psicologi i "troppo furbi" all’italiana? Degli sprovveduti. Perché non prevedono che gli altri si accorgano della loro furbizia.
E scusate se ho battuto Sgarbi in antipatia, ma "quando ce vo’, ce vo’" diceva mia nonna.