5 maggio 2007

 

Tendenze. Ma quanto si unificano ‘sti liberali: a Destra, al Centro, a Sinistra…

Todos liberales? Quando è detto con sincerità e non per innominabili secondi fini, è un buon segno: vuol dire che noi liberali abbiamo già vinto, che la riunificazione è già iniziata senza che ce ne siamo accorti. I liberali, e anche i nuovi liberali, affermando giorno dopo giorno a gran voce l'identità, l’adesione ideologica, si stanno pre-unificando, almeno "sulla parola". Ieri, dobbiamo convenirne, non accadeva.
Ma, in tempi in cui tutti sentono come urgente la riunificazione della diaspora liberale e l’esigenza d'un forte nucleo centrale laico nella politica italiana, c'è il rischio di troppe iniziative. Il detto autoironico che noi liberali spesso ripetiamo va aggiornato: Todos liberales? Todos coordinatores. Siamo, cioè, in pieno fervore da riaggregazione. Che gli eterni malati dell’individualismo più sfrenato e snob stiano - se la parola non suonasse una parolaccia - socializzando?
Ora, dopo che noi del Comitato per l’unificazione dei Liberali Italiani abbiamo mosso le acque dello stagno, anche i liberali più insospettabili provano a nuotarvi dentro. E stanno nascendo nuove e diverse iniziative, tutte tese alle riaggregazioni. Anche in questa fase, insomma, il particolarismo liberale non si smentisce. Cominciamo ad essere in troppi a "riunificare" gli altri liberali. Come era nelle previsioni. Ma di quali "riunificazioni" o "enucleazioni" si tratta?
Noi, certo, siamo stati i primi, un anno fa. E anzi, siamo tuttora gli unici a voler testardamente unificare tutti i liberali italiani, e in modo paritario, senza sottintese egemonie, partendo da partiti, club e sigle varie, e iniziando ovviamente dai piccoli. Zanone si disse molto interessato e chiese di essere periodicamente aggiornato sugli sviluppi. "Chissà che non riusciate voi,dove ho fallito io", disse con la consueta umiltà. Ma Pli e Pri, diretti da due siciliani altezzosi, neanche risposero.
Diaconale, direttore dell’Opinione, un giornale che si spaccia per liberale, che nessuno legge, e che vive - si può dire - solo per le citazioni quotidiane di Stampa & Regime, la rassegna stampa del mitico Bordin, ci sconsigliava ironizzando: "E che, volete fare Rifondazione Liberale"? E’ una cosa vecchia, sorpassata, nostalgica". Traduzione: "Ma siete matti? Dareste molto fastidio a Forza Italia" (referente politico dell’Opinione, specialmente l’ala ex-socialista, neanche quella liberale). Il che spiega qualche discutibile "Opinione sulle libertà" a proposito di laicità, referendum per la fecondazione medica, accordi coi conservatori Ideazione e Neo-Lib, quando era benvenuto ogni articolo critico su Pli e Radicali.
Al contrario, sull'unificazione liberale avevamo visto giusto e in anticipo. Segni premonitori? Le lettere dei destinatari del Salon Voltaire, quindicinale che dal 2004 al 2006 proponeva ai suoi lettori la riunificazione liberale come uno dei temi importanti, accanto al laicismo e alla razionalità. Scoprii così con meraviglia che la base liberale era ultra-favorevole, anzi impaziente.
Ma ora che il lievito della riunificazione sta agendo dappertutto, vediamo che cosa accade in giro:
.
1. Comitato per l’Unificazione dei Liberali Italiani. Questa dovrebbe essere la denominazione corretta, visto che un "coordinamento" vorrebbe dire direzione politica, ora del tutto prematura e negata esplicitamente dal Manifesto. Finora, dopo un anno dalla creazione del sito-blog e 11 mesi dalla fondazione del Comitato, sulla base di un bel Manifesto pensato come minimo comune denominatore di tutti i veri liberali, sono stati riuniti 10 club liberali. Il Comitato, che decide in modo paritario e all’unanimità, non ha ancora eletto cariche, il che è singolare. Tra i suoi membri non ci sono differenze ideologico-politiche rilevanti, ma c’è discussione sui modi e i tempi dell’unificazione. Il Comitato è molto critico verso questa Destra e questa Sinistra, in quanto a diverso titolo "poco liberali". Partecipa alla manifestazione del "Coraggio laico" indetta dai Radicali Italiani a Roma (sabato 12 maggio, ore 15, piazza Navona) per riaffermare la laicità dello Stato oggi minacciata.
2. Patto Federativo tra PLI e PRI, da sottoporre alla ratifica dei Congressi Nazionali. Alla Camera si chiederà il sottogruppo "Repubblicano, Liberale e riformatore". PRI e PLI faranno liste comuni per le elezioni amministrative ed europee, e inviteranno associazioni e personalità della cultura, dell'università, dell'imprenditoria, delle professioni e del lavoro che si riconoscono nei valori liberali, repubblicani, democratici e laici. Ma i due partiti storici, ormai solo sigle-ombra, nonostante una prima presa di distanza "terzista" dopo le umiliazioni subite da FI, sembrano riavvicinati al Centro-destra, sia pure in funzione critica.
4. Costituzione del Gruppo Italiano dell’Internazionale Liberale, in Parlamento, col leader carismatico Valerio Zanone e altri deputati eletti della Margherita (Dato, Bianco, Ossorio ecc) e DS (D’Amico), per garantire - una presenza e una politica liberale all’interno del futuro Partito Democratico, quindi a Sinistra. Nel manifesto del Gruppo si enunciano cinque "promesse da mantenere": democrazia efficiente e trasparente, dimensione europea (ma anche la "questione settentrionale"), liberalizzazioni e conti pubblici, laicità dello Stato, partito aperto e pluralistico. Ma non ci si può nascondere che il PD nasce come partito burocratico "social-cattolico" con venature clericali, in cui perfino i socialisti si troveranno in difficoltà, figuriamoci i liberali.
5. Rifondatori Italiani-Noi Liberali. Riaggregazione, diretta da Ivan Maravigna, di gran parte della struttura locale e della base dei Rifondatori Liberali di Della Vedova e Taradash, riunendo i club locali nel Centro-sud e in Sicilia, con accordi "pour parler" con i liberali PLI, per ora in vista delle elezioni regionali siciliane. Il nuovo gruppo giudica l’accordo PRI-PLI, addirittura "il primo serio tentativo di ricomporre la diaspora italiana di tutti coloro che simpatizzano per le idee del liberalismo europeo" e per una "moderna concezione del liberalismo". Sappiamo, per averlo ascoltato proprio da lui, che Maravigna intende il suo nuovo gruppo come "aperto al dialogo con tutte le altre realtà liberali, e non più chiuso in se stesso e autoreferenziale come i RL, da lui accusati giustamente di immobilismo e di essere in pratica una mera componente di FI.
6. Costituzione di Sinistra Liberale, componente DS e Ulivo, in vista del futuro Partito Democratico, per iniziativa del liberale gobettiano Gianfranco Passalacqua (ex Critica Liberale di Enzo Marzo). Nel Convegno tenutosi il 20 novembre al Capranica di Roma, si è scelto un "liberalismo progressista". Ma, è stato lo stesso Passalacqua a riconoscerlo, "il rapporto di questa "nostra" sinistra laica, liberale, azionista, democratica, liberalsocialista, ambientalista, con con quella maggioritaria nel Paese, comunista democratica e socialista, è complesso, contraddittorio, spesso caratterizzato da incomprensioni". Secondo noi, però, SL ha offerto fuori tempo massimo la stampella d’una insperata credibilità liberale a un partito morente, i Ds, senza poter minimamente influire sul futuro PD.
7. Radicali Italiani e area dei diritti civili. Il panorama si chiude con l’attivismo aggregativo di cui sono maestri i più bravi di tutti noi: gli amici Radicali. Un pò appannati però dall’appoggio perinde ac cadaver di Pannella e Bonino al Governo. Ed ha ragione il creativo Capezzone, con proposte personali e i "Volonterosi", a metterne in evidenza le contraddizioni. Sfumata l’aggregazione coi socialisti-liberali SDI nonostante l’ostinazione di Pannella, il domani dei Radicali è tra i fratelli Liberali. E la personalità stessa dell’intelligente Capezzone - ormai l’unico futuro leader vincente dell’intera area liberale - lo conferma. A trentatré anni dal divorzio, la capacità aggregativa radicale sul mondo laico-liberale non è più la stessa. Lo si immaginava già, ma neanche un'adesione da parte dei "liberali" di destra della CdL alla giornata laica del 12 maggio è arrivata all’attiva segretaria Bernardini. Senza sua colpa, s'intende. E' che rispetto al lontano 1974 i conservatori sedicenti "liberali" si sono vergognosamente clericalizzati e ora manifestano sotto le insegne della Conferenza episcopale e dei parroci, che nel '74 combattevano. All'attivo dei Radicali resta l'aggregazione delle frange libertarie del costume e della libertà d'opinione, dagli scienziati con l'Associazione Coscioni, al movimento gay e Dico, temi e gruppi che hanno finalmente "ripreso" alla Sinistra, che glieli aveva scippati negli anni 80.
8. Varia. Restano le interpretazioni su che cosa faranno i soliti liberali improvvisatori, quelli che "una ne fanno e cento ne pensano", i Costa, i RL Della Vedova e Taradash, e le più calme "cariatidi" o polene Martino, Biondi e Sterpa, se non vorranno essere fagocitati dal magma clericale e conservatore di FI. Ma intanto, riferisce Il Duemila, che fa capo a Costa, lo scorso 13 marzo a Torino c’è stato il gemellaggio tra il locale Circolo della libertà, la nuova associazione di circoli della CdL presieduta da Michela Brambilla, e la Casa del Cittadino di Mondovì. "Alla cerimonia erano presenti Galgano Palaferri e Armando Cravero, presidenti dei rispettivi Circoli". Palaferri fa parte del nostro Comitato, e ha tutto il diritto di fare accordi con un club della CdL, anche se a tutta prima avevamo storto il naso, visto anche che la Brambilla interrogata sul liberalismo aveva detto di auspicare il "superamento dell'ideologia" (v. in commenti). E quindi l'amico Palaferri potrebbe benissimo sostenere di criticare in quanto "poco liberale" la CdL, e quindi "distinguersi" secondo il nostro Manifesto. Tirata per i capelli. Però, ora che ci ha inviato lo Statuto del Circolo della Libertà di Torino, ci ha fatto trasecolare per quanto questo appare liberale, davvero, senza ironia (v. lo Statuto in commenti). Vuol dire che il Circolo di Torino si distacca dalla media dei Circoli della Brambilla, ed è molto più liberale di quelli e di lei stessa. Anche perché la bella rossa non è stata eletta ma nominata dall'alto. Al solito, all'uso di FI. L'episodio, destinato sicuramente a ripetersi vista la posizione border line di molti club liberali, deve comunque far meditare chi nel Comitato per motivi analoghi - e neanche per un atto, ma solo per parole - ha troppo severamente ripreso Destra liberale-Liberali per l'Italia degli amici Pagliuzzi e Caputi. Che evidentemente non aspettavano altro per defilarsi. Ci ripensino. Dopotutto, scusino la franchezza, se non ci sono i liberali di destra, come facciamo a metter dentro quelli di sinistra? Noi dobbiamo offrire un'immagine bilanciata e pluralistica dei Liberali Italiani. E non deve essere solo immagine, ma sostanza.

Comments:
Scusatemi se vado fuori discussione, ma sento di dovere pubblicare questo appello:


Cari Amici,
propongo la denuncia e la costituzione di parte civile contro gli ignoti criminali, sedicenti anticlericali, che con scritte, minacce a prelati, atti di vandalismo contro statue e/o simboli religiosi, di fatto non fanno altro che fare il gioco del peggiore integralismo cattolico intollerante.
Il Laicismo e l'Anticlericalismo *difendono* il diritto di ciascuno di pensare *con la propria testa senza coercizioni di alcun tipo*.
Il Laicismo e l'Anticlericalismo *difendono* dalla violenza delle religioni, perchè *odiano* la violenza.
Perchè chi ama la Libertà di pensiero *mai* può amare la violenza, o esercitarla gratuitamente o, peggio, in modo insulso ed idiota.
Invito quindi non solo www.anticlericale.net , ma anche l'U.a.a.r. , "No God", e tutte le associazioni a difesa di atei, agnostici, liberi pensatori e "laicisti" ad unirsi nella denuncia di sopra ed a sconfessare/combattere senza appello dei criminali beceri che usurpano e deturpano le nostre idee.
Con un affettuoso saluto a tutti
 
D'accordo, la tua è una denuncia giustissima. Che faccio mia. Ma deve essere una denuncia politica. L'aspetto penale è già seguito d'ufficio dalla magistratura. Non diamo altro lavoro agli avvocati. Se gli diamo altre cause, in Italia come fanno a pensare alla politica? Continueranno a fare male l'uno e l'altro lavoro.
 
L'Associazione Circolo della Libertà presiedeuta dalla Vittoria Brambilla non è un circolo di FI, spiace che si continuino a scrivere inesattezze in questo senso, specie da chi come te, caro Nico fa politica con competenza e onesta intellettuale da sempre. credimi, senza polemica ma per amor di verità. I circoli della Brambilla di cui a Torino sono uno dei promotori si differenziano da quelli di Dell'Utri, che pure aderiscono all'associazione di cui sopra, proprio per questo: i circoli del buongoverno nascono come emanazione cxulturale di fi (anche se nn tutti gli iscritti provengono da FI) quelli della Brambilla nascono per unire il popolo del centrodestra in un unico movimento di popolo che porti alla nascita, dal basso, del Partito delle Libertà. Che poi i giornali e alcuni politici, ad arte, alimentino confusione non è colpa mia e son convinto nella tua assoluta buonafede.
Personalmente continuo a credere nella necessità di riunire i liberali in un grande partito di ispirazione laica, liberale, liberista e libertaria che si contrapponga con le idee al futuro patito democratico, spero di ispirazione socialriformista e non più comunista.
Confidando nella rettifica, un caro abbraccio e sempre a disposizione.
galgano palaferri
 
Credo che lo STATUTO del Circolo e dell'Associazione faccia testo più che di ogni mia parola o pensiero:

Dallo Statuto del Circolo della Libertà di Torino Luigi Einaudi

dall'art. 1 - COSTITUZIONE E SCOPO

Il CdL di To. L.Einaudi è una associazione di cittadini che si propongonodi sviluppare iniziative culturali, sociali e politiche volte alla diffusione dei principi e dei valori della democrazie liberale. Il Circolo, oltre ai PRINCIPI ispiratori in preambolo, fa proprie le enunciazioni programmatiche del MANIESTO DI OXFORD DEL 1947, DELLA DICHIARAZIONE DI OXFORD DEL 1967 E DELL'APPELLO DI ROMA DEL 1981 approvati dall'Imnternazionale Liberale.

Dallo Statuto dell'Associazione Nazionale Circolo della Libertà:

L’Associazione Nazionale Circolo della Libertà, nata il 20 novembre 2006 dall’iniziativa spontanea di un gruppo di giovani esponenti del mondo dell’imprenditoria e delle professioni, vuole dare corpo e voce a tutte quella persone che non trovano più un’adeguata rappresentanza nei vecchi rituali della politica e in particolare in questo Governo. Ci sono infatti ormai grandi parti della società civile che si sentono escluse dai processi di costruzione del futuro nazionale: gli imprenditori, i lavoratori dipendenti e autonomi, i professionisti, le donne, i giovani. Ci sono molti cittadini che si sentono messi in un angolo da una burocrazia incomprensibile e da un sistema di cooptazione che favorisce le lobby e non i meriti.

I Circoli si propongono di creare un nuovo soggetto sociale, ispirato ai principi della democrazia liberale, che possa condizionare la politica del nostro Paese. Siamo aperti ad eventuali collaborazioni con i partiti, i sindacati, altre associazioni o il mondo del volontariato… Se vorranno sostenere le nostre battaglie, saremo felici di averli come alleati e compagni di strada.

Art. 1 - Costituzione e scopo

Il CIRCOLO DELLA LIBERTA'
è una associazione di cittadini che si propongono di sviluppare iniziative culturali, sociali e politiche volte alla diffusione dei principi e dei valori della democrazia liberale.

L'azione dell’ASSOCIAZIONE sarà sempre ispirata ai principi e ai valori di questa grande cultura e volta alla promozione della pace, della libertà, della sicurezza, della dignità della persona umana, dell'economia di mercato, della sussidiarietà, della solidarietà, della giustizia...

E con questo spero di aver chiarito alcune inesattezze contenute nel tuo articolo e luoghi comuni assolutamente non corrispondenti al vero alimentati ad arte dai media simpatizzanti col governo Prodi.

Senza contare che l'Unione per le Libertà, aderente al Coordinamento è altra cosa rispetto al Circolo e all'Associazione dei Circoli di cui sopra e si propone, e non da ieri, di riunire i LIBERALI della diaspora in un unico Movimento per dare vita ad una vera alternativa liberale, liberista e libertaria nel ns. paese, in un ottica bipartitica, non bipolare, all'americana. Da quì la ns. adesione ai referendum elettorali Segni/Guzzetta e all'iniziativa per un Parlamento dei Cittadini. Perchè vogliamo tornare ad esser cittadini, non più sudditi, che scelgono i propri rappresentanti ad ogni livello. perchè diciamo basta alle oligarchie di partito e ai soliti noti scelti dalle segreterie di partito.

Spero di esser stato chiaro, una volta per tutte. senza alcun intento polemico, ma di pura verità. poi, x carità, si può o meno condividere la ns. posizione. che è questa e nessun altra.
Un saluto
galgano
 
A Palaferri. Sì, grazie, pubblico volentieri la tua smentita. Alla luce di quello che dici ho riscritto tutto il capoverso sull'episodio, convinto più che altro dal vostro Statuto. Ma guarda che cambia poco se i Circoli della Libertà sono espressione diretta di FI o invece della Casa delle Libertà. Fatto sta che la Brambilla (personalmente) è riconducibile
a FI ed è stata nominata dall'alto, quasi sicuramente da Berlusconi, non dai Circoli.
Leggi che cosa scrive un serissimo blog dell'area della casa delle Libertà in occasione d'una intervista alla Brambilla.

"In un'intervista di un paio di mesi fa Silvio Berlusconi ha affidato ai Circoli della Libertà una missione: "Che facciano penetrare le nostre idee nella società. Che aumentino il nostro radicamento sul territorio. Che facciano aumentare la partecipazione dei cittadini alla vita politica".
(La Pulce di Voltaire, alias Paolo di Lautreamoint)
http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2007/04/intervista-a-michela-brambilla-sui-circoli.html

All'articolo riportato segue un illuminante commento: "Nessuno, almeno a quanto vedo, le ha ancora fatto questa domanda: Perchè i circoli "della libertà" devono avere un presidente nominato e non eletto al suo interno dagli aderenti? Deve prendere subito le poche pieghe negative che ha il GRANDE partito di riferimento, Forza Italia, invece di prendere l'occasione per affrancarsene?"

Ecco, questo su un blog serio che fiancheggia il Centro-destra. Non dico altro. Quindi, caro Palaferri, ho tolto la frase in tuo onore, ma continuo a credere che i Circoli della libertà siano pura espressione di FI e anche dell'intero Centro-destra. Che non è un delitto, sia chiaro. Ci sono stato anch'io (i mese nel 1994 con un mio Club, e poi come fiancheggiatore capolista PLI alle Comunali di Roma nel 2001). Però diciamo la verità: non quella formale, ma quella politica.
 
A parte l'annoso (e vero) problema della distribuzione delle cariche e delle non-elezioni di FI, che probabilmente nemmeno i prossimi annunciati congressi risolveranno (ma potrebbero essere un inizio) non capisco perchè attaccarsi ancora all'idea del partito o della selva di partitini: i movimenti solo liberali non hanno grandi numeri in italia, qualsiasi nome gli si metta, e nemmeno in Europa mi pare raggiungano grosse cifre, anche se comunque maggiori rispetto all'Italia.
Perchè quindi non rilanciare - mediato - il pensiero e le idee liberali nei grandi partiti? FI ne avrebbe bisogno, e nonostante non siano dominanti, vi sono comunque numerosi esponenti liberali o che provengono da quell'area.

E, per quelli che invece pensassero di non essere compatibili con il centro-destra, perchè non cercare uno spazio, a patto che sia reale e non un mero diritto di tribuna, nel nascente Partito Democratico o addirittura influenzarne la gestazione?

O si pensa che passare da 4-5 "partiti liberali" dallo 0, a 1 dal 3% cambi così tanto?
 
Uio ha toccato un punto importante del problema, che è un po' un dubbio amletico di tutti noi liberali. Se sia non dirò più nobile, ma più fruttuoso, tentare di influenzare da liberali interni i vari partiti, cosa finora sperimentata con poco successo a causa della tradizionale poca grinta dei liberali (i fratelli radicali, i "discoli" di famiglia, sono l'eccezione che conferma la regola...), oppure creare un partito unico dei Liberali.
Cosa che comincia anch'essa ad essere difficile, perché nel frattempo, dopo la caduta del comunismo, essendosi confermato il liberalismo l'ideologia vincente, molti partiti possono dire di avere qualcosa di "liberale". Il che è anche vero.
Comunque, non dubitare, nonostante questo nostro Comitato si batta per la seconda ipotesi, vedremmo tutti con occhio favorevole che i due più grandi partiti, FI e PD, quando esisterà, diventino più liberali. A noi non darà fastidio, anzi. Ti dirò, il massimo di godimento per noi sarà quando - chissà quando - potremo scegliere addirittura tra "3 partiti liberali", divisi tra loro solo da piccole sfumature.
 
Dimenticavo: il Centro-sinistra futuro "rischia" di avere più componenti liberali del Centro-destra.
Il pronunciamento dei liberali aderenti all'Internazionale Liberale (Dato, D'Amico, Ossorio, Zanone ecc), la presenza del gruppo di Sinistra liberale di Passalacqua, dove ci sono liberali autentici che io ho sempre giudicato di centro o molto equilibrati, come l'amico De Bernardinis, come Petracca e Ainis, senza contare il nazional-popolare Di Pietro, che è quello che è, però formalmente fa parte dell'ELDR (Liberali europei), dovrebbe far pensare i Martino, Biondi, Della Vedova e Taradash.
Quand'è che nella CdL ci saranno pronunciamenti simili?
 
Caro Nico, concordo con il tuo commento anche se, a onor del vero, i Circoli sono ancora in regime transitorio essendo appena nati ed è evidente che, almeno all'inizio, è normale una gestione direi quasi commissariale, almeno ai massimi livelli, in attesa del Congresso/Assemblea Nazionale in cui verranno elette tutte le cariche, presidenza compresa. E del resto i CIRCOLI nascono proprio con questo intento: favorire la partecipazione alla politica e le scelte conseguenti, su temi concreti e che interessano la gente comune, dal basso, privilegiando i cittadini e non le segreterie. se così non fosse o non dovesse essere, credimi, sarei il primo a tirarmene fuori. E la BRAMBILLA, ne sono convinto, prima di me!
 
Desidero smentire che la base dei RL se ne sia andata con Ivan Maravigna. A parte Ivan ed il club di Viterbo, tutti gli altri Club sono rimasti nei RL e si stanno organizzando per la raccolta delle firme per il referendum elettorale.

Ciao,
Gionata Pacor
 
Sentirsi dare del "liberale improvvisatore" da uno che si dice liberale ma ammette che fa fatica a distinguersi da un socialista è quasi un complimento!

Gionata Pacor
Riformatori Liberali
 
Gionata, Maravigna mi ha inviato la lista completa (sono decine) dei coordinatori locali ex-RL. Altro che: ha tutta la base in mano, dice. E sembra plausibile visto che RL non ha fatto assolutamente nulla ed è solo FI.
Il tuo indirizzo .aol non è più valido, se mi dai quello nuovo ti mando la lista. Così te ne rendi conto.
Quanto al resto, vedo che ormai ti sei voluto ritagliare il ruolo di chi fa di tutto per non capire, e anzi più glielo spieghi più insiste con la sua versione falsa, senza tener conto delle obiezioni, delle prove portato dall'altro: insomma il provocatore.
Sei un durissimo anti-socialista.
Bene. Anch'io. Infatti ho creato io lo slogan "Né conservatori, né socialisti, né clericali".
Infatti sono un durissimo avversario degli ultimi patetici, veri socialisti: Rifondazione Comuinista e Comunisti Italiani.
Non ci sono altri socialisti in Italia.
Ma tu, piuttosto, che vedi socialisti dappertutto (lo sono tutti tranne te), lo sai che questa è la tipica sindrome dei conservatori e reazionari? Come fai a definirti liberale? Per te anche Malagodi era socialista visto che fece la legge del divorzio coi socialisti, che oltretutto allora erano quasi veri socialisti...
 
Intanto i coordinatori locali dei RL non esistono.

La lista di persone che Maravigna ti ha mandato ce l'ho anch'io: sono persone che sono state inserite sul sito perché volevano creare un club ma che, a parte Giacomo Barelli, il club non lo hanno nemmeno creato.
Dei club esistenti e riconosciuti solo quello di Barelli si è sciolto, gli altri sono tutti attivi nella raccolta firme per il referendum e nel frattempo sono stati creati un paio di nuovi club.

Per il resto è una questione di definizioni: quelli che tu chiami socialisti si definiscono loro stessi comunisti, quindi sei anticomunista ma liberalsocialista.

Per te i liberali "veri" sono quelli che ti tassano al 70%. Per me i liberali "veri" sono quelli che cercano di liberarci innanzitutto dalla tirannia fiscale.

E non trattarmi da stupido o accusarmi di sostenere una versione falsa: puoi continuare a far finta che i liberisti non esistono, ma non pretendere che io smetta di dirmi liberale solo perché non voglio essere liberalsocialista. Una vita da liberale e non hai ancora imparato il rispetto delle idee altrui?

La cosa è chiarissima: tu pensi che gli unici liberali "veri" siano i liberalsocialisti. Io penso che i liberali "veri" siano i liberali-liberisti. Non siamo stupidi e non diciamo falsità: abbiamo idee diverse. Ma quando scrivi che i RL sono "liberali improvvisatori" non puoi meravigliarti se ti si ricorda che in fondo tra te e un socialista non c'è differenza, perché lo dici tu stesso. Dove stanno le mie falsità, allora?

Gionata
 
All'ineffabile Gionata: io sono solo liberale, e contro ogni interpretazione del liberalismo come liberal-socialismo. Perché insisti a fare il provocatore?
Piuttosto, sai chi è legato ai socialisti (Lib-Lab) della CdL? Un giornale vicino ai Neo-Lib e a RL: L'Opinione di Diaconale. Diretto da Pillitteri, cognato di Craxi, sostenuto da Brunetta e Biagio Marzo e, a lungo, dall'entourage Stefania Craxi, Boniver ecc. Tutti socialisti.
 
Caro Nico,
ti ringrazio dell’articolo che fa un bellissimo punto della diaspora liberale del 2007. Voglio brevemente commentare i tuoi 7 punti, anche perché mi tiri in ballo…

0. Diaconale. Condivido i tuoi commenti su giornalisti -sedicenti liberali- che vivono con i soldi pubblici. Se l’Opinione fosse realmente liberale si autofinanzierebbe. Come facciamo noi, come fa il Salon Voltaire, come fanno tantissimi altri amici. Un’Opinione, pagata da terzi, non è libera. Un liberale che propone (2004) la nascita di una casa laica con i socialisti o è ignorante o in malafede. Un giornalista che ignora i dibattiti liberali su siti che vanno ben oltre la sua tiratura è parte integrante del regime della censura. Un giornalista liberale che non dà spazio a candidati sindaci liberali … mi fermo qui. Come vedi siamo d’accordo.

1. Sul coordinamento che io e te abbiamo contribuito a far nascere ho scritto tanto. Attendo ancora una lettera di chiarificazione dal duo Morelli-Lamedica che prima scoordinano e poi continuano imperterriti a parlare di riunificazione. Ma siamo impazziti? Ma ti sembra coerente? Secondo me c’è dell’altro. Farei dietrologia a scriverlo senza prove certe. Ma è lampante che non ci sia onestà intellettuale.

2. PLI-PRI. E’ storicamente provato che l’alleanza PLI-PRI sia stata perdente in termini elettorali. Da sempre. Rincorrere ora l’unificazione delle due micro-compagini per ragioni elettorali (amministrative ed europee) mi sembra quindi poco promettente. Vedremo. Ma quel che vorrei vedere è soprattutto una lotta coerente al sistema oligarchico-delinquente-cooptante dei nostri rappresentanti politici e della nostra “pseudo” democrazia.

3. Zanone e i liberali della Margherita. Rincorrere chi appoggia con il suo voto e la sua profonda esperienza e cultura un coacervo di idee e di uomini (l’attuale governo Prodi) che sta dimostrando con i fatti di fermarsi alla superficie dei problemi reali del Paese mi sembra poco indicato se –come abbiamo sempre detto e ripetuto- il nostro vero obiettivo è di cambiare l’Italia. Tu siederesti in Parlamento assieme a socialisti e comunisti? Tu andresti d’accordo con chi –come prima legge- fa l’indulto mettendo a piede libero migliaia di delinquenti e –peggio- sbugiardando il lavoro investigativo e giudiziario di tanti italiani che ancora credono in una giustizia giusta? Tu appoggeresti una legge “liberale” che se la prende con qualche migliaia di tassisti e farmacisti e non intacca minimamente strapoteri di cooperative, telecom, alitalie etc etc? No, Nico. Zanone è il passato liberale, impresentabile agli amici che realmente vogliono un’Italia diversa ed una reale rivoluzione liberale.

4. Maravigna non lo conosco e se è vero quel che scrivi mi farebbe piacere incontrarlo. Su Dalla Vedova so per certo che non vuole fare un movimento liberale che parta dal basso e quindi lo immagino focalizzato su altre priorità. Del resto, la sua avventura da RL è partita sponsorizzata dall’alto. Con soldi e battage che io e te sogniamo. Con cariche e legami che sicuramente lo rendono poco libero di fronte ad una reale prospettiva di rivoluzione liberale.

5. Sinistra Liberale. Vale quel che ho detto su Zanone. E poi, un gruppo che si definisce liberalsocialista per me, per noi, per i nostri lettori non è ne liberale né socialista. Sai bene anche tu che le due ideologie sono antitetiche.

6. Capezzone e i Radicali. Fra tutti i nomi che hai fatto e i gruppi che hai elencato sono quelli che mi stanno più simpatici. Ho sofferto nel vederli aggregati a Boselli & Co. Non ho capito la logica della Rosa nel Pugno (poi scioltasi). Non vedo come possano incidere all’interno del magma prodiano senza perdere in incisività o in verginità intellettuale. Ma abbiamo sicuramente molte cose in comune.

7. E veniamo a noi. Pagliuzzi e Caputi non si sono defilati da nulla. Eravamo e siamo su una strada impervia con un obiettivo solo: riportare valori e morale in politica attraverso una rivoluzione liberale. In Italia siamo al declino, alla sfaldatura sociale, alla scomparsa di valori e tradizioni, al marcio in ogni angolo della res publica. Questo lo ripetiamo da quando siamo nati. Ad ogni dibattito, ad ogni discorso, ad ogni incontro cui partecipo sento che la febbre sta salendo. Ogni volta che incontro quella parte di Italia che realmente soffre per l’attuale situazione mi rendo conto che il quieto vivere sta lasciando il posto alla rabbia. Non è demagogia, ma quando parlo timidamente di un dittatore illuminato, la gente perbene, la maggioranza silenziosa, quegli italiani a cui questo sistema e questi politici sta togliendo giorno dopo giorno il diritto di essere orgogliosi della propria nazione e della propria civiltà si inalbera. Non per lo scandalo di sentir parlare di dittatura… quanto per la severità da imporre tramite un’auspicata dittatura. Lo so, non è liberale quanto vado dicendo. Ma sono ormai convinto che oggigiorno all’Italia non basterebbe più nemmeno uno shock di due-tre anni.

Come vedi allora, il mio e il nostro obiettivo non è quello di riunire liberali di destra, di centro e di sinistra. Ci abbiamo provato più volte. Lo sai bene. Il nostro obiettivo è di rifare l’Italia. Con quelle persone oneste che lo vogliano ardentemente come noi e che non abbiano scheletri negli armadi per non essere ricattati dal sistema cooptante. Questa gente è tanta…non sta nei salotti, in TV o nei congressi dei partiti. Questa gente la trovi dovunque, in ogni ufficio, in ogni aereo, è per le strade, è su Internet. E –come noi- è schifata dalla politica e dai suoi rappresentanti. E’ gente che se sente parlare di alleanze PLI/PRI o di Zanone e Dalla Vedova, o di tutti quegli altri che tu sai e che tu immagini si blocca, ti guarda e ti dice: “ma sei scemo?”.

Ti garantisco… io e Gabriele non ci siamo assolutamente defilati dalla rivoluzione liberale e dall’amore verso il liberalismo (hai letto… lo ha detto anche il lider maximo…). Ci siamo defilati e ci terremo distanti da un modo di far politica che ha portato l’Italia al baratro sociale, culturale e politico che sperimentiamo ogni giorno sulla nostra pelle.
 
È due settimane che nessuno scrive su questo forum...
Esiste ancora il Coordinamento dei Liberali Italiani?
State facendo qualcosa?
State aggregando i gruppi (culturali e politici) liberali in Italia?
Yuuhuuu... Se ci siete battete un colpo!

Qui il rischio è di fallire ancora una volta nell'unificazione dei liberali.
 
Caro Anonimo, questo non è un forum, ma un sito che consente i commenti. Il che vuol dire che qualcuno deve prima pubblicare un articolo.
Chiunque può inviarmi articoli.
Ma se scrivo un articolo non mi rispondono. Mi criticano per telefono (quando va bene), ma senza scrivere una riga. Hai presente Andreotti, che non si scopre mai?
Deriva da una cattiva lettura di Guicciardini e Machiavelli. Solo che in provincia ancora non è arrivata la notizia che il trucco del "segreto" di Machiavelli e Guicciardini è stranoto a tutti. E quindi si ritorce contro. Altro che furbizia. E' di per sé un sintomo eloquente...
Perciò alcuni (i più anziani) ritengono disdicevole discutere in pubblico! Secoli di aperta dialettica liberale annullati da questa idea perbenista e provinciale che "i panni si lavano in famiglia"... Non capiscono che i panni liberali sono di tutti! Quale "famiglia"? La mafia?
Infatti sono soliti telefonarsi o, credo, inviarsi lettere. Odinarie, neanche prioritarie. Già le email sono troppo pubbliche e gli danno fastidio. Ufficialmente, perché si "equivoca sul loro tono" e fanno litigare (è vero, ma solo se non si sanno usare le parole...).
Insomma, il rischio è il tradizionalismo, il passatismo, l'atmosfera vecchia e stantia, il corridoio, la conventicola. Anche nella comunicazione.
Meno male che non si trovano più in commercio i piccioni viaggiatori, se no li userebbero.
In quanto ai contenuti, dove vivi? Tutto è fermo in attesa della mossa di Capezzone che potrebbe sparigliare le carte. La preannuncerà il 22 e sarà un nuovo soggetto politico liberale, né di sinistra né di destra. E ha chiesto la collaborazione di tutti i liberali.
 
Sì, scusa, volevo scrivere sito...

Thanks per le informazioni, anche se non mi confortano!
 
Anonimo, come "non ti confortano"! Non guardare le piccole cose meschine, guarda la Bella Novità (mi sono impegnato a non dire di più: qualche riga in più la trovi sugli ultimi commenti all'ultimo articolo del Salon Voltaire; ma ne hanno accennato anche Foglio, Riformista e Indipendente).
Sarà l'evento dell'anno. Pazienta speranzoso fino al 22 giugno.
 
Ciao a tutti,
è sempre un piacere leggere pensieri e commenti liberali.
Io ormai ho tirato le remi in barca.
Purtroppo, come disse un grande liberale: i liberali sono individualisti,perchè se non lo fossero, che liberali sarebbero?
E' così, i partitini liberali non sono espressione di un interesse personale, ma di uno spirito liberale autentico.
Per non tediarvi, vorrei dare un mio contributo.
Secondo me,l'unico simbolo che potrebbe riuniore le anime liberali è (lo dico a malincuore) il PLI.
Destra liberale,liberali di sopra liberali di sotto,nuovo PLI,sport liberale,ecc..non aggregano perchè non rappresentano l'anima dei liberali.
Il consiglio che vi do è inseritevi nel PLI,e fate crescere un unico partito liberale.CHi se ne frga se il simbolo è quello di De Luca o di chicchessia.
L'importante è ripartire.
P.s.Caro Mario, so cosa potresti dirmi:io l'avevo detto tempo fa.Hai ragione,ma noi siamo liberali anche per questo:ho sempre ragione fino a quando non mi convinco di avere torto.
Ciao a tutti.
Claudio Ferrante
 
Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?