24 maggio 2008

 

Repubblicani. La vostra “etica del dovere” essenziale per l’unificazione liberale

Care amiche e cari amici repubblicani riuniti a Fiuggi, formulo per voi gli auguri più sentiti, tanto più che il vostro Congresso si tiene su un tema a noi tutti carissimo, quello dell'unità delle forze liberali del Risorgimento italiano, in vista di una lista unitaria già alle Elezioni Europee.
Parlo come liberale di base, consigliere nazionale del PLI (dove critico e faccio la fronda per l'incredibile immobilismo), ma consentitemi per l'intransigente laicismo, per i concetti di eticità della politica, libertà indissolubilmente legata alla giustizia, e politica intesa come esempio, anzi dovere civico delle classi dirigenti, di definirmi "il più repubblicano", il più mazziniano e lamalfiano dei liberali. E il mio pensiero va al grande sindaco Nathan, di cui ho parlato in una conferenza a Roma per gli amici della Comunità ebraica.
Vi indirizzo anche il saluto del Comitato per la riunificazione di tutti i Liberali Italiani (nel senso proprio dell'ELDR e dell'Internazionale) che ho fondato nel 2006, sull'onda dell'entusiasmo scaturito dalla nostra newsletter quindicinale Salon Voltaire che dal 2004 al 2006 si indirizzò a 3500 intellettuali, organizzatori e simpatizzanti laici, repubblicani e liberali di tutt'Italia, e che poi è diventata un sito fisso.
Il nostro è un piccolo Comitato, ma per la prima volta nella storia recente del nostro comune Movimento "Rep-Lib" che si sta spezzettando in una diaspora ottusa, in una specie di masochistico "cupio dissolvi", siamo riusciti ad invertire la tendenza, ed abbiamo riunito una decina di gruppi, alcuni dei quali prima neanche si parlavano.
Basta col particolarismo e l'individualismo sfrenato, cari amici! Quell'individualismo che ha trasformato - per colpa nostra - quella che è davvero l'unica ideologia vincente dei tempi moderni, la sola in grado di assicurare libertà, giustizia sociale, sviluppo economico, in una frangia minuscola, marginale e perdente. E' un atroce paradosso della Storia che va vendicato.
Anche perché - è il mio leit motiv ricorrente - i dati demografici e sociali parlano chiaro: noi e voi uniti ci attestiamo in teoria, come base potenziale, a oltre il 30 per cento della popolazione italiana chiamata al voto. Decine di inchieste demoscopiche, che hanno escluso accuratamente i termini "liberale" o "repubblicano", ma hanno posto decine di quesiti concreti sull'economia, i diritti civili, i rapporti Stato-cittadino e Stato-Chiesa, il costume e le Istituzioni, hanno scoperto che dal tenore delle risposte oltre un terzo degli Italiani è politologicamente "liberale".
Vi meravigliate? Io mi meraviglio piuttosto del contrario. Cioè di come i nostri dirigenti liberali, repubblicani, radicali, azionisti, liberisti e democratici "non socialisti, né clericali, né conservatori" (come abbiamo definito l'ambito della nostra Riunificazione), siano riusciti nella folle e difficile impresa di ridurci allo 0,6 per cento.
Questo e non altro deve meravigliare.
Abbiamo sempre avuto classi dirigenti poco abili in politica, astratte, con la testa tra le nuvole, dedite o all'iperuranio degli alti studi o ai bassifondi del sottopotere. Per "politica" hanno sempre inteso non la Società ma il Parlamento, anzi il rapporto diretto e individualistico con i "colleghi parlamentari", magari al bar della Camera. Classi dirigenti tutte ugualmente ignare della scienza della psicologia e quindi incapaci di comunicare, di "vedersi con gli occhi del cittadino comune", e quindi di fare propaganda tra la gente. Gente che è quasi vista con fastidio, come un terzo incomodo. Pensate che ancor oggi alcuni liberali (in questo sicuramente peggiori dei repubblicani) si "vergognano" addirittura di fare propaganda. Altri si fanno vanto vanto di non usare il computer e non rispondono neanche alle email.
Ebbene, cari amici, questa si chiama inadeguatezza professionale. Noi repubblicani e liberali in origine eravamo quelli più all'avanguardia, i più aggiornati, i più moderni. E invece la principale contraddizione in cui si dibatte l'elite - spesso autoproclamatasi tale - liberal-repubblicana è l'emergere di un ceto provinciale, meschino, di ristrette vedute, lontano dal Nord. Altro che tempi della banca "laica" Commerciale di Mattioli, con La Malfa e Malagodi che erano più noti a Londra che a Roma.
E che cos'è questa, se non la mancata adesione al nostro tipico principio del "merito"? In questo caso "merito" o "eccellenza" non significa essere bravi avvocati o ingegneri, ma dimostrare coi fatti e coi risultati ottenuti di essere "bravi politici".
Cari amici repubblicani, dobbiamo dire basta a questo malcostume dell'inefficienza delle nostre classi dirigenti.
Basta anche a questo comodo concetto del "piccolo è bello" in cui si crogiolano come un alibi i dirigenti liberal-repubblicani. Sono i primi a rendersi conto che se il movimento si ingrandisse, i primi ad essere spazzati via sarebbero proprio loro! Sbagliatissima, il nostro male peggiore, questa concezione individualistica e pseudo-aristocratica o snob che ci ha penalizzato più dei nostri nemici storici: il fascismo, il comunismo, il clericalismo, il conservatorismo.
Dunque approfittiamo di questa occasione offerta dalle Europee per innescare un meccanismo virtuoso (noi proponiamo anche a voi per il 4 luglio a Roma un primo Convegno pubblico unitario) che potrebbe porre le basi, finalmente, cominciando con la propaganda dal basso sui temi concreti e finendo con un grande appello finale a tutti i Liberali d'ogni tendenza del Paese, per il grande evento degli Stati generali, cioè una totale rifondazione ex novo di una Grande Terza Forza Liberale del 36 per cento potenziale.
Berlusconi, dopotutto non è eterno, ed è già disamorato della politica. Il buen retiro della Sardegna lo attira. E anche Veltroni politicamente non gode più d'ottima salute: l'Africa lo tenta. Nell'inevitabile disfacimento di due aggregazioni finte e puramente elettorali, e nella razionalizzazione susseguente della politica italiana, si nasconde un grande avvenire per noi liberali e repubblicani uniti.
NICO VALERIO
Salon Voltaire, Comitato per la riunificazione dei Liberali Italiani, Cons.Naz. PLI

Comments:
Condivido, complimenti.
 
tutti i liberali uniti nell'ELDR

fate sentire la vostra nel forum

http://www.partitoliberale.it/forum/
 
Rolando, non lo dire a me. Abbiamo inserito l'ELDR nello Statuto del Comitato Liberali Italiani (v. a lato, colonnino). Nel CN del Pli è da 8 anni che cerco di convincere il riluttante De Luca. Mi ha sempre preso in giro per la mia fissazione dell'unità dei Liberali. Ancora a Fiuggi mi spiegava che era impossibile. I 10 club che invertendo una tendenza di 60 anni avevamo riunito nel Comitato per la Riunificazione
"non rappresentano nessuno" (perché, invece il Pli?) Per lui l'unica "unità" possibile era che gli altri si... iscrivessero al Pli. Adesso improvvisamente
"sembra" essersi convinto. Sembra. Quanto durerà questa posizione?
Per carità l'amico La Malfa è anche peggio: ora che B. gli ha offerto un posto sicuro in Parlamento è totalmente disinteressato non solo all'unificazione liberale, ma anche alla sotto-unificazione repubblicana (premessa necessaria alla prima).
 
da un po di tempo frquento il forum del PLI cercando di contaminarli con argomenti liberali.... ma è una gran fatica....!!!
le loro posizioni rispecchiano ancora quelle di costa e bignardi.... quanto all'unità nell'ELDR ci credono poco o niente... e non sono disponibili a rinunciare al nuovo "grandissimo" simbolo dello 0,3%....
con queste premesse ......
quanto ai repubbicani anche loro ormai sono "cadaverici" come il PLI e per stare dentro la PDL fanno dei gran salti mortali... io però -pe il momento- non lavorerei sui due parlmentari ma sui tanti repubblicani scontenti della loro scelta (qui in romagna sono molti..). A proposito si sa niente di cosa sta combinando Arsena?

Caro Nico non ticonosco ma ti leggo sempre volentieri (con una buona percentuale di condivisione dei tuoi argomenti) perchè vedo in te una ventata di novità per il PLI. Perchè non fai anche tu qulche incursione nel circolo virtuale del PLI per suonare una campana un po' diversa?
 
il commeto qui sopra è il mio
Rolando
 
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