18 aprile 2008

 

Sorprese dai flussi elettorali. Un ampio spazio al Centro per i Liberali uniti

Ma che hanno combinato nel segreto della cabina elettorale gli italiani? L'analisi dei flussi elettorali, cioè degli spostamenti da un partito all'altro, dedotti da indagini demoscopiche successive al voto, rivela molte curiosità e offre anche possibili indicazioni per il futuro, specialmente ai liberali. Vediamo i movimenti finali approssimati.
La Sinistra Arcobaleno (e già il nomen-omen effimero avrebbe dovuto allertare i superstiziosi...) è stata la più penalizzata dagli elettori pentiti. I suoi elettori sono passati a Di Pietro (18,4 per cento), PD (27,5), perfino PdL (1,6), altre formazioni (9,6) tra cui Lega Nord, astensione (17,5). E non ha acquistato da nessuno. Il PD, da parte sua, ha "dato" a Udc (3,4 per cento) e, pare strano ma fino ad un certo punto, anche a PdL (3,2). Mentre ha "ricevuto" da Sin.Arc. (25,7). L'Udc ha ricevuto dal PD (3,4 per cento), ma ha dato una grossa quota al PdL (39,0). La Lega Nord ha preso soprattutto da PdL (9,0 per cento), senza dare a nessun altro. Il PdL ha ricevuto da Udc (39,0 per cento), PD (3,2), Sin.Arc. (1,6). Ma ha dato a Lega (9,0), altre formazioni, tra cui possiamo mettere anche il Pli e elettori che prima si astenevano (3,0), Destra (2,9). La Destra, a sua volta, ha ricevuto da PdL (2,9 per cento), ma soprattutto da altri, tra cui molti che prima si astenevano (54,9). Gli astenuti (36,7 per cento), infine, sembrano provenire da Sin.Arc. (17,5 per cento) e altri (19,2).

Dallo studio molto sintetico di Poggi & Partners, con i dati regione per regione, scopriamo che esiste un largo spazio al Centro dello schieramento, l'area tipica dei Liberali. Non in senso statico, s'intende, ma piuttosto "residuale", dato che rappresenta "ciò che non siamo" (né di Destra né di Sinistra), o meglio, in senso dinamico, secondo la definizione di Croce per cui i Liberali sono di volta in volta, a seconda delle questioni, di Destra o di Sinistra.
L'abusiva posizione centrista dell'Udc di Casini, in realtà caratterizzata da connotazioni conservatrici e clericali in niente dissimili dal PdL, si rivela inconsistente e destinata alla lunga a sgretolarsi. Una buona prospettiva per noi Liberali, se decidessimo di riunificarci in una un grande formazione. L'Udc ha perso, infatti, ben 1 milione di voti in favore del PdL rispetto al 2006, ma ha acquistato 450 mila nuovi elettori (il 22 per cento circa del suo elettorato), probabilmente più contingenti e instabili. Pare, dunque, un serbatoio temporaneo di indecisi e poco motivati, destinato a ridursi e a sparire.
L'altra formazione "centrista", quella di Di Pietro, è anch'essa un fragile serbatorio temporaneo degli scontenti, avendo preso i suoi voti disperati e giustizialisti dalla Sinistra Arcobaleno, dal PD e da altri. E' quindi destinata nel medio periodo a prosciugarsi. Indagini un po' più complete sono quelle di Consortium per Rai-Tv e dei vari sondaggisti noti come Piepoli. Ne parla in un esauriente articolo
La Repubblica da cui si ricava anche che gli elettori radicali con l'1,7 per cento dei voti hanno aderito realmente al PD (una conversione per niente scontata, che la stessa dirigenza radicale ha scelto controvoglia come "male minore").
Nessuna sintesi riportata sulle analisi dei flussi fa supposizioni, che io sappia, sull'origine dei 103 mila voti raggranellati dal Pli.

Comments:
Interessantissimo! Bravo.
 
Mary, guarda che per gran parte si tratta dell'indagine dell'agenzia Poggi, citata. Io ho solo riferito, estrapolato, commentato e auspicato.
 
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