6 maggio 2008

 

Ma i Radicali hanno un diverso Dna e sono persi per la “rivoluzione liberale”

L'assemblea "dei Mille" organizzata dai Radicali a Chianciano, con quella voglia smodata e parassitaria di protagonismo mass-mediatico a tutti i costi (questa volta il pretesto per stare in tv e sui giornali era la sconfitta della Sinistra), ha deluso tutti noi liberali d'ogni tendenza, a cominciare proprio da quelli in passato più vicini a Pannella. Si legga a proposito la divertente e graffiante cronaca di G.C.Vallocchia nell'articolo precedente e la nota di Bepi Lamedica riportata qui di seguito.

Noi liberali, davvero, cominciamo ad essere stanchi del solito cinico e polveroso melodramma, visto e rivisto, in cui gli acuti sono riservati solo alla decrepita primadonna, un po' come alla settuagenaria "attrice giovane" della famosa Compagnia D'Origlia-Palmi (un tòpos della sottocultura romana di ieri) era lecito per patetica deferenza improvvisare a soggetto una storia sgangherata senza capo né coda sui turbamenti erotico-religiosi di Santa Teresa per il crocefisso, davanti ad un pubblico pagante di addomesticate ma eccitatissime suore.

Se i Radicali dedicassero solo un decimo del tempo da loro inutilmente speso nel tentativo folle di egemonizzare - nientemeno - l'intera Sinistra, perdente non solo in Italia, ma in tutto il Mondo, a riunire e magari pure ad egemonizzare i 12 milioni di liberali - questi, almeno, vincenti - sparsi nella società italiana e privi di leaders liberali, allora sì che farebbero opera meritoria e sensata.

Ma forse i Radicali sono scemi? Al contrario, individualmente sono i più intelligenti nel panorama politico italiano: uno qualunque dei quadri intermedi di via di Torre Argentina vale dieci anonimi quadri politicanti di PDL o PD. E allora?

L'ingenuità troppo a lungo esibita equivale a furbizia. La furbizia protratta oltre ogni limite diventa puro cinismo. Si sa che l'operazione di riunire e capeggiare un grande Terzo Polo o partito liberal-democratico riformatore da 35 per cento richiederebbe troppo tempo e pazienza ai frettolosi e nevrotici Radicali. Ed è noto che essi sono soliti buttarsi sui temi quando questi già cominciano ad essere politicamente "maturi", cioè quando sentono con le loro sensibilissime antenne che sono "vincenti".

Allora si comportano così perché occupandosi della Sinistra esclusa per la propria insipienza e perché non rappresenta nessuno, anziché dei Liberali vincenti esclusi per gli accordi mafiosi altrui, calcolano di avere più rapidamente successo sui media? Neanche.

La verità è più banale. Semplicemente, l'unità dei liberali, una grande terza forza liberale che faccia davvero l'ago della bilancia della politica italiana, non gli interessa. Altro è il Dna, altri i cromosomi: loro si sentono emotivamente "attori da strada", "peripatetici", anti-perbenisti, cioè quello che gli hippies americani degli anni 60 ritenevano fosse una forza "di sinistra", Lo spettacolo per loro è la Politica. Ma è una Sinistra spettacolare che ovviamente non esiste più, se mai è esistita, non politica, ma di "libertarismo esistenziale". Tra politica e costume, i Radicali hanno scelto da sempre il secondo. E infatti i fondatori Calogero, Ernesto Rossi e Pannunzio presero subito le distanze dal casinista, improvvisatore, anti-ideologo, istrionico e inaffidabile Pannella. “I comportamenti esibizionisti (…) sono la più chiara dimostrazione che nei pannelliani nulla è rimasto in vita del dna originario di tutta quella grande tradizione della sinistra liberale di Mario Pannunzio, Leopoldo Piccardi, Ernesto Rossi, Nicolò Carandini e del gruppo del Mondo” (comunicato del Segr.Naz. del PLI, 17 ott. 2011).

Ma se anche fosse questo il vero target radicale, e noi non avremmo niente in contrario, gli amici di Pannella sbagliano lo stesso, perché per la liberalizzazione del costume, della vita privata, serve di più l'individualismo liberale del burocratismo ottuso e senza fantasia della Sinistra.

Perciò, nonostante la rigidissima cooptazione dall'alto in FI e Radicali, come per i Conservatori della Destra si potrà sperare in una palingenesi che li porti finalmente alla laicità e al buonsenso concreto di tutte le Destre europee solo dopo il ritiro di Berlusconi, dopo la durissima "notte dei lunghi coltelli" tra colonnelli mediocri che ne seguirà, e dopo il rinnovo totale della classe dirigente, così si deve sperare che solo il ritiro del Papa Laico di via di Torre Argentina faccia rinascere dalle ceneri nel Mito e della Messinscena radicale una vincente classe dirigente davvero liberale. NICO VALERIO
.


Il convegno di Chianciano – l'Assemblea dei Mille – convocato da Pannella e da Del Bue ha confermato la mia convinzione della scelta del Pd come luogo ove ospitare l’erede di Gobetti, Rosselli, Rossi, Salvemini e dello stesso Pannella. Infatti la scelta di "nominare" Mauro Del Bue coordinatore per "strutturare quest'area variegata che per tre giorni ha discusso apertamente: socialisti del centro destra (Sacconi) e centro-sinistra, ex-comunisti (da Salvi a Folena a Bonadonna), verdi (Boato), cattolici (Rotondi), oltre ad esponenti del Pd (da Tonini a Giacchetti, da Marino a Manconi): questo di Chianciano e' solo l'inizio".
Inoltre il neocoordinatore afferma: "Certo il bilancio e' ottimo: dopo il diluvio delle elezioni ora c'e' un porto sicuro cui attraccare" E Pannella, aggiungendo che la leadership del partito democratico non gli interessa perché "non e' cosa che mi riguarda", esplicitamente dichiara che quel che gli interessa, invece, e' la vita interna al Pd. Cioè Pannella vorrebbe rendere più confortevole l’ospitalità per i suoi compagni, ospitalità guadagnata accettando la discriminazione nei confronti di Sergio d’Elia e sua.
Purtroppo Pannella sembra ormai perso per la "rivoluzione liberale", visto che ha rivolto un ennesimo invito a Bertinotti : "Sono tante le cose che ci accomunano: il progetto della sinistra europea, la non violenza, lo stato di diritto, l’umanita’ femminile, non resta che concretizzare il tutto".
Per fortuna alcuni hanno costituito l’associazione radicale antiproibizionista al fine di rilanciare e riaffermare le proposte antiproibizioniste attraverso iniziative politiche ed azioni nonviolente, promuovendo e coinvolgendo altre forze politiche e movimenti.
Quindi non tutte le energie saranno impiegate per prestare attenzione alla vita interna al Pd e, perciò, fare concorrenza, da una posizione di favore – vista la poca lealtà di Di Pietro – , al ruolo che vorrebbe svolgere l’IdV di Di Pietro: ossia acquisire consensi aggiuntivi all’area antiberlusconiana. BEPI LAMEDICA


Comments:
Nico, sei in "fase no" coi radicali? Il tuo giudizio è altalenante. Potrei portare decide di articoli in cui ne parli bene. Mi ricordo specialmente nella newsletter del Salon Voltaire.
 
Ivana, noi liberali siamo un po' tutti innamorati-odiatori dei Radicali. Specialmente io che li ho frequentati per anni. Ma adesso con la crisi politica in atto, tutti capiscono che il bipolarismo all'italiana è una truffa. Esclude non solo la sinistra (e passi), ma soprattutto i veri liberali. Non c'è alternativa. Serve urgentemente un terzo polo liberale. Ma Pannella non lo capisce, anzi teme questa eventualità. Perché lui pesca bene dove l'acqua salata si mischia a quella dolce. Crede ancora nel lib-lab ed è convinto di essere di sinistra...:-)
Comprensibile perciò la nostra impazienza.
 
Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?