25 giugno 2007
Dal nostro inviato al Congresso: la Destra se ne va, arriverà forse il Pli-Pri?
Ecco gli spunti che potrebbero essere utili a chi è interessato ad un nuovo grande soggetto liberale indipendente e, in particolare, agli amici del Comitato per l’unificazione dei Liberali Italiani.
Innanzitutto, il saluto di Daniele Capezzone - una novità, perché di solito gli amici Radicali snobbano i congressi PLI - non ha contenuto alcun accenno al preannunciato "nuovo soggetto politico liberale, liberista e libertario, né di Destra, né di Sinistra". L’annuncio Capezzone lo ha fatto oggi attraverso il Corriere della Sera.
Intanto, un episodio offre il quadro psicologico che aiuta a capire perché in Italia le unificazioni sono così difficili. In una pausa dei lavori, interrogato sul Comitato, il dirigente Savino Melillo, che era al tavolo della presidenza, ha detto a titolo personale che secondo lui l’assenza di esponenti del Comitato ai lavori del Congresso poteva apparire un elemento psicologicamente negativo, tale da rendere comprensibile la diffidensa del segretario De Luca di fronte all’iniziativa. Equivocando sull’appartenenza politica dei membri del Comitato, che evidentemente riteneva tutti provenienti dal PLI, Melillo ha spiegato che quello che potrebbe dare umanamente fastidio ai dirigenti del partito è che mentre essi cercano di riunire i "pochi liberali italiani" (Melillo è sempre pessimista su questo punto, e non crede al dato del 30 per cento), altri per conto loro mettano in cantiere iniziative analoghe, dispersive, che fanno pensare a posizioni di secessione in un corpo già piccolo.
Ma quando ha appreso che i gruppi riuniti nel Comitato erano e sono realtà politiche indipendenti dal PLI, e che in fondo un rappresentante del Comitato c’era al Congresso (Nico Valerio), e che questi invitava anzi il PLI ad aderire al Manifesto e ad entrare nel Comitato, ha cambiato completamente atteggiamento: "Ah, ma se è così, allora, non c’è problema… A settembre voi inviate una lettera, e ci incontriamo tutti a Roma". (Con l’occasione, aggiungo io, poiché "non si butta niente", potremmo presentare la riunione alla stampa come una tavola rotonda sui liberali in Italia).
Durante il dibattito, mi sono inserito nel filone largamente dominante in Congresso, quello della terzietà del PLI. Non solo dal palco, ma anche negli scambi individuali tutti sparlavano di Prodi e del suo Governo non liberale, e delle sue finte o limitate liberalizzazioni. Ma moltissimi, quasi tutti, sparlavano anche di Berlusconi, del suo Governo deludente e non liberale, e della sua odierna finta opposizione. I passaggi sull’argomento nell’introduzione e nella replica di De Luca erano del tutto uguali ai discorsi abituali all’interno del nostro Comitato. Questo è il dato politico più positivo per noi, che va sottolineato.
Mi è stato facile, perciò, inserirmi nell’opzione largamente prevalente prendendo la parola per sottolineare più volte sia l’esistenza del nostro Comitato, sia la decina di club liberali indipendenti - tutti terzisti come ora il PLI -raccolti in un anno di vita.
Ho più volte, scandendo bene le parole, ripetuto il concetto fondamentale che il liberalismo in Italia (che è ormai potenzialmente oltre il 30 per cento demoscopico) non può certo essere rappresentato da una sola sigla, sia pure nobile e antica, che oggi farebbe non più dello 0,6 per cento. E che ormai la maggior parte dei liberali italiani - quelli veri, non i finti di Forza Italia - o per individualismo o per antipatia per De Luca, o per altri elementi caratteriali, è fuori del PLI.
Perciò, alla fine del Congresso, a mozione finale già approvata, ho chiesto di fare due raccomandazioni alla presidenza.
1. Il PLI si adopererà d’ora in poi per contattare il vasto mondo dei club liberali italiani, vera e propria diaspora non rappresentata in Parlamento e neanche nel PLI, al fine di costituire un grande soggetto unico liberale.
2. Il PLI aderirà e darà il massimo appoggio ad analoghe iniziative liberali, come quella preannunciata da Capezzone, da qualunque parte provengano, purché davvero liberali.
Con mia sorpresa, il segretario De Luca ha risposto dal palco che non solo le approvava personalmente come raccomandazioni, ma anzi le faceva proprie come impegno programmatico, ed ha chiesto ed ottenuto la votazione dei presenti (risultata all’unanimità), dando incarico a Nico Valerio di presentare i relativi testi in forma definitiva al prossimo Consiglio Nazionale.
Una nota di colore, sia pure politico, è stata la secessione della Destra liberale di Basini e Pagliuzzi dal PLI. Invitati a desistere da una mozione degli affetti dalla presidente, la iper-laica e filo-radicale Carla Martino (tanto diversa dal fratello!), non hanno raccolto l’appello e si sono definitamente distaccati. Si erano uniti al PLI solo 2 anni fa. Ora la direzione politica del PLI è più coerente, più bilanciata, più laica, più convintamente indipendente. Basta dire che prima dovevamo sorbirci dagli amici della Destra filippiche ultra-conservatrici e illiberali contro il divorzio o in favore di Goldwater!
Questa defezione forse spiega anche il comportamento un po' provocatorio di Destra liberale nel nostro Comitato.
Così, non avendo concorrenti, e se li ha sono tutti inferiori a lui, De Luca è stato rieletto segretario del PLI per acclamazione. Chi altro, infatti, da indipendente e terzista, potrebbe sostituirlo in Italia? Nessuno. Altissimo è politicamente scialbo e mediaticamente impresentabile, e per di più vuole inserire stabilmente il PLI nel Centro-Destra, Zanone è una bella personalità culturale, poco politica però, che non tradirebbe mai la Margherita e la Sinistra. Lo stesso per Costa, Martino, Biondi, Dato e D’Amico.
Certo, restano le profonde riserve sulla segreteria dell’amico De Luca, del tutto inattivo politicamente, ma che nelle analisi all’interno e nelle dichiarazioni all’esterno almeno rappresenta benissimo (e con il giusto bilanciamento) tutto l’ampio spettro ideologico del Liberalismo moderno, dalla laicità ai diritti civili, dal mercato alle liberalizzazioni, a differenza di molti che lo criticano, che sono o troppo faziosi o incapaci di sintesi o sbilanciati ideologicamente (troppo di destra o troppo di sinistra), o comunicatori addirittura inferiori. I liberali bravi, ambiziosi e intelligenti, infatti, non partecipano, non amano la vita politica attiva.
Questo purtroppo è quanto offre il mercato liberale organizzato, la componente liberale della Provincia italica. Naturale, perciò, per l'inconsistenza politica e culturale della base, che il 70nne segretario del PLI sia ancor oggi insostituibile. Incredibile a dirsi. E questo deficit di classe politica liberale è inquietante.
Naturale anche che il PLI sopravviva solo per "conservare la bandiera" in modo dignitoso, senza nulla fare. Anche perché questo tipo di struttura antiquata (tra l’altro con la parola "partito" ancora nel logo) non permette altro che lo 0,6 per cento, e quindi non gli consente di essere preso in considerazione come forza politica.
Per concludere, chiarito l’equivoco "secessionista", per noi liberali del Comitato i lavori del PLI non sono negativi, ma positivi, in quanto ora abbiamo potenzialmente più vicina a noi una struttura ufficiale e conosciuta come il PLI, e la neonata federazione parlamentare PLI-PRI, rafforzata da questo Congresso nel suo terzismo critico. Il che ci aiuta.
Aggiungo all'intervento 2 elementi di riflessione.
1) Partendo da posizioni "terziste" che condivido in toto, vorrei capire la posizione del PLI rispetto alle iniziative anch'esse terziste che stanno mettendo in piedi almeno a livello culturale alcuni libertari. Parlo di Facco, Mingardi, Piombini, l'Istituto Bruno Leoni, cioè tutto quell'arcipelago politico nascente che va oltre il liberalismo classico. Ritengo infatti che se si vuole essere estranei ai poli, bisogno riuscire a incudere tutte queste componenti.
2)Vorrei capire anche come ci si porrà rispetto all'antipolitica; cioè capire se, come mi auguro, si calvalcheranno seriamente e non strumentalmente gli argomenti evidenziati nel libro di Stella, peraltro tutti molto redditizi elettoralmente.
Hai visto i risultati di Marchioro, presentandosi con 4 simboli liberali?
3 preferenze!
Ad Anonimo. Mi sembri un po' negativo. Definire minestra riscaldata una discreta novità politica in campo liberale mi sembra eccessivo.
L'amico Marchioro è un giovane alle prime esperienze.
Ma perché lo tiri in ballo, che c'entra? Vuoi dire che i liberali per avere voti, purché abbiano qualche voto, devono tradire il liberalismo e le proprie idee, e mettersi con Berlusconi? Già è stato fatto (Costa, Urbani, Biondi, Martino ecc). E hai visto che cosa ha prodotto questa disonestà? Che i furbi si sono sistemati, fregandosene delle idee liberali e degli altri liberali...
Comunque il 4 luglio parte l'iniziativa di Capezzone (anticipazione già pubblicata sul Salon Voltaire)
http://salon-voltaire.blogspot.com/
A parte la notizia sconvolgente di un De Luca settantenne (ditemi che non è vero!),vorrei prendere proprio questo spunto. E' sempre difficilissimo essere liberali oggi in Italia e trovare liberali veri è una missione impossibile; vista dall'estero, poi ancor di più perchè - credetemi - i liberali europei pensano tuttora che Berlusconi abbia costruito una casa illiberale. Non capiscono molto, ma un pò ci azzeccano. Il maledetto bipolarismo bastardo che abbiamo dal 1993, fonte di tutti i mali della politica italiana (alzi la mano chi ha votato contro i folli referendum di quel tale, come si chiama, tanto popolare nel 1992...), toglie spazi a chi critica Prodi e al tempo stesso Berlusconi. Eppure un grande spazio ci sarebbe... Perchè è vero: Prodi governicchia e dall'altra parte c'è solo l'eterna riproposizione cesaristica di Berlusconi-ghe-pensi-mi, sceso in politica da quasi 15 anni e che pretende di essere nuovo, ed è sempre, da 15 anni, senza un progetto... Tassi di liberalismo berlusconiano zero, tassi di liberalismo prodiano poco più (più non meno, pensate un pò, come siamo ridotti). Gli uni presuntuosi e gli altri imitatori e dunque qualche volta grotteschi (ma le privatizzazioni sono finite nel 2001 e le liberalizzazioni saranno pur timide ma si son viste per la prima volta solo nel 2006, precedute da quelle energetiche di Letta e Bersani del 1999...).
Liberali veri, come sempre, pochi.
Eppure lo spazio ci sarebbe,ripeto, almeno per evitare che la ripulsa popolare in corso (che non è solo contro Prodi, è contro tutti) metta in crisi definitiva la democrazia italiana nel suo complesso.
Ma occorrerebbe fare qualche atto di umiltà, rinunciare a bacchettare illuministicamente questi e quelli, capire che forse hanno ragione gli intelligenti che non si impegnano (che peccato), ma hanno comunque torto quelli che non capiscono che in mezzo c'è spazio, ma non per testimoniare e basta.
Si scelga uno schieramento e si rafforzi quel poco di liberale che vi si può trovare, per farlo diventare più forte.Il coordinamento a me sembra che dovrebbe pensare a questo. L'occasione potrebbe essere un fatto discutibile ma nuovo davvero, il PD, oppure un PDD, partito democratico della destra. Ma se serve per dare la leadership a Fini e a Bossi, non telefonatemi per aderire. Telefonatemi pure, invece, per partecipare ad una cena di vecchi amici. Per quanto pallido (sic?) possa essere Renato e per quanto invecchiato possa essere Stefano, con loro i ricordi sarebbero sempre i migliori...
Beppe Facchetti
Liberali, repubblicani e radicali criticando offriranno alternative reali, meditate. AN, Lega e FI invece si strapperanno le vesti e lanceranno alte strida, senza proporre nulla. Se no, lo facevano nei 5 anni che hanno avuto a disposizione, con ampia maggioranza.
Ritengo comunque le critiche alla politica nel complesso una reazione sana e salutare, molto liberale. Noi liberali e repubblicani siamo stati i primi a parlare di partitocrazia e sprechi, col sostegno determinante dei cugini radicali... I soliti 3...
Per Dc (specie sinistra cattolica), Psi e PCI era qualunquismo... Ora sappiamo perché...
Saluti.
L'idea della "terza via" è da tempo che la coltivo, il mio timore è che sia una carrozza su cui saltino dentro i soliti furbetti, magari lasciati a piedi da altre forze politiche. E' storicamente una costante nelle nuove formazioni politiche, ed anche noi come IDV abbiamo avuto i nostri Giuda.
Cordialmente,
Assirelli Luca
Consigliere Nazionale Giovani IDV
Responsabile internet IDV Emilia Romagna
Portavoce IDV Imola
ti ringrazio per la puntuale informazione sul IV congresso del PLI di De Luca. Bene per l’impegno che ti sei assunto (a settembre una tavola rotonda anche con i liberali del PLI, a Roma, non è una cattiva idea) mentre sulle due raccomandazioni (1. Il PLI si adopererà d’ora in poi per contattare il vasto mondo dei club liberali italiani, vera e propria diaspora non rappresentata in Parlamento e neanche nel PLI, al fine di costituire un grande soggetto unico liberale.
2. Il PLI aderirà e darà il massimo appoggio ad analoghe iniziative liberali, come quella preannunciata da Capezzone, da qualunque parte provengano, purché davvero liberali.) molto dipenderà dalla voglia della federazione PLI-PRI di dissolversi in un nuovo soggetto e dalla iniziativa di Capezzone che, tutt’ora, non è chiara.
Non ho ancora letto la mozione politica che ha approvato il Congresso: è un dato importante perché indica la linea politica su cui il soggetto PLI è disponibile ad impegnarsi. In calce all’articolo di De Luca pubblicato il 22 giugno da L’OPINIONE vi è una proposta di mozione. Se il contenuto e sovrapponibile alla mozione conclusiva devo riconoscere la esistenza di una grave carenza sui temi libertari e sul tema del referendum elettorale del prof. Gazzetta. Infatti condizione necessaria, anche se non sufficiente, per l’esistenza di una forza (e non di una debolezza) liberale è l’esistenza di un sistema elettorale che induca i gruppi simili ad aggregarsi. Personalmente sono del parere che un sistema elettorale maggioritario all’inglese favorirebbe la nascita di soggetti affini alle culture politiche europee prevalenti il che agevolerebbe finalmente la nascita di un grande soggetto liberale autonomo dai conservatori e dai socialisti.
Intanto qui in Veneto, a Treviso il 1° luglio dalle ore 9,45, nella sala dell’Hotel Continental in Via Roma, 16 si svolgerà una “Consulta di liberali” sul tema “E’ possibile il Partito della Riforma? Ossia, i liberali con i liberali”. Non so se sarà un incontro prematuro (già in passato ce lo eravamo chiesto – era 1998 – e la risposta fu negativa, con le conseguenze che conosciamo) però so che è un’occasione in più che ci offriamo. Il tema è aderente al Manifesto del Coordinamento dei liberali italiani – per una politica liberale (di cui Veneto liberale è un soggetto costituente) e potrebbe essere un primo contributo alla tua iniziativa settembrina. Di qui l’importanza anche della tua presenza fisica oltre che di quella di tutti coloro che si dichiarano liberali.
Beppi Lamedica – attivista liberale
ricevere l'invito ad un Congresso e non parteciparvi è davvero un'occasione mancata.Io a Roma non ci sono andato.
Ho visto al TG2 Stefano De Luca, uno spazio inaspettato nel palinsesto informativo (a pagamento) italiano. Eppure lui c'era.
Il simbolo sempre quello, i presenti in sala, sempre di meno (almeno a giudicare dalle imaggini del tiggì).
Non ho mai smesso di essere liberale e plaudo a chi ha partecipato al Congresso Nazionale perchè ha dimostrato di crederci davvero.
Gli "altri" liberali sono ormai liberali della seconda generazione di neoliberali (la prima era quella di Forza Italia).
Le campagne elettorali costano troppo, il centrosinistra è un moloch che pervade la vita pubblica, occupandola indebitamente senza neppure avere il buon senso di nascondere la mano dopo aver tirato il sasso.
L'Italia sta vivendo uno dei momenti di massima sfiducia non solo nelle istituzioni ma anche in se stessi (cosa assai peggiore) e il governo oggi non è in grado di fare altro se non sottolineare e confermare questo stato di cosa (senza neppure fare finta di provare a salvare il salvabile).
I liberali devono stare al Centro dello schieramento, lontani dai partiti confessionali ma vicini alla loro bandiera che, domani, potrà risplendere nei cieli italiani senza tema di dovere dire grazie a nessuno.
Tutti i liberali debbono credere in questo se vogliono ottenere un riscatto politico, atteso da troppo tempo.
Un caro saluto
Andrea Reali
colgo l'occasione per annunciarti che invierò con piacere un intervento scritto al vostro Convegno del 1 luglio. La mia assenza è dovuta solo a ragioni... salutistiche: non posso giocarmi la 3.a domenica consecutiva stando tra 4 mura. Devo assolutamente, per sopravvivere, andare in escursione, all'aria aperta.
In quanto al PLI, ottimo davvero il dibattito interno, spesso di alta qualità. Che invece non è stato trasfuso nella banale e burocratica mozione finale.
Tanto, per quello che vale oggigiorno una mozione... La politica fa giravolte ogni giorno...
Sui sistemi elettorali, dopo tante delusioni, ho deciso di assumere un atteggiamento iper-relativistico: non mi entusiasmo più per nessuno. La gente chiede a gran voce le preferenze, pur rendendosi conto della possibilità del voto di scambio.
Comunque, tornando alla terzietà, che è sempre stato un valore culturale liberale, anche se relativo e tendenziale, voi che non siete venuti a Roma vi siete persi la singolare foto di gruppo d'un intero Congresso PLI (200 persone circa) tutto terzista, tranne 10 persone, tra le quali Diaconale dell'Opinione e Altissimo...
E ti credo, dal loro punto di vista...:-))
"Intelligenti pauca"...
non avere il timore che su quella carrozza salteranno i soliti furbetti lasciati a piedi da altre forze politiche: quella carrozza *è fatta* da loro.
L'anno scorso, prima delle politiche ci fu un Consiglio Nazionale del PLI. Fino ad allora de Luca non aveva trovato nessuna coalizione che ci ospitasse, sebbene avesse bussato alla porta di vari figuri, da Rotondi a De Michelis (bleah!).
La sua preoccupazione era solo e soltanto quella: avere il posto, non aggregarci e preparare le liste. Morale: quando Berlusconi gli ha promesso il diritto di tribuna, si è fatto di nebbia e noi ci siamo sbattuti come matti gli ultimi 10 giorni per tirare su le firme di cui de Luca non se ne poteva fregare di meno.
Era chiaro che a de Luca non interessasse il liberalismo, ma solo la sua poltrona. E di noi se n'è fregato nulla.
Poi ha zigato come un bimbo per dei mesi quando il berlusca l'ha lasciato al palo. Be', gli sta bene!
Passiamo ad Altissimo. Io ero in età della ragione quando lui era uno dei leader del pentapartito, e ti posso assicurare che *NESSUNO* del partito liberale di allora ha mai alzato un dito per contrastare il dilagare dello statalismo e del socialismo; anzi, come tangentopoli ha poi evidenziato, quei millantatori liberali erano statalisti quanto gli altri, perché quello era l'unico modo per mettere le mani sul Paese e spartirselo attraverso il consociativismo.
Si, questa carrozza è proprio quella dei furbetti che sono rimasti a piedi, e quelli sono parte del coacervo degli dèi falsi e bugiardi.
Salvatore di Maggio.
"Il programma ,naturalmente d'impronta liberale, è meno importante "se" chi se ne fa l'alfiere "è veramente una persona che riscuote fiducia nell'elettorato". Come scrisse S. Tommaso -credo- "Fides sine operibus mortua est" che nella fattispecie significherebbe : "Un buon programma diventa lettera morta se chi dovrebbe applicarlo è un mascalzone" . Restando in tema , certi nomi nel Direttivo del PLI ,for-se ,non avrebbero dovuto figurare visti i trascorsi. O mi sbaglio ?
Cordiali saluti
Giorgio Castriota Santa Maria Bella
Oltretutto non mi risulta che Altissimo e altri siano persone che si stanno adoperando fattivamente per la diffusione del liberalismo in Italia. A. vive addirittura in Francia. Sono persone addirittura fuori della politica. Che bisogno c'era di risvegliarle dal loro giusto letargo di pensionati?
Che cos'è, un riflesso condizionato di "gioco del potere"? Cioè, quando si spera di rientrare in qualche stanzetta dei bottoni, ecco che per miracolo rispuntano i soliti nomi della politica politicante?
E no, tutto questo i liberali non lo apprezzano, caro De Luca.
E qualcuno ha borbottato al Congresso. Qui hai sbagliato e di grosso, con il tuo eccesso di machiavellismo.
Certi nomi dovevi scordarli.
Noi liberali siamo garantisti, e sappiamo anche che una condanna non vuol dire necessariamente che la persona sia peggiore di altre. Ma tutto ha un limite: in un partito virtuale, quasi inesistente, si pretende la purezza assoluta. Ciò che appare è. Se no, non siamo credibili: gente "mani in pasta" e arruffoni ce ne sono (anzi, ti assicuro che sono più "bravi" ed "efficienti")anche nei grossi partiti di Destra e Sinistra. Non potremmo mai raggiungerli. Perché imitarli, dunque?
Quindi no, anche, a certe situazioni poco chiare in Sicilia, tanto per dirne una...
Oltretutto non mi risulta che Altissimo e altri siano persone che si stanno adoperando fattivamente per la diffusione del liberalismo in Italia. A. vive addirittura in Francia. Sono persone addirittura fuori della politica. Che bisogno c'era di risvegliarle dal loro giusto letargo di pensionati?
Che cos'è, un riflesso condizionato di "gioco del potere"? Cioè, quando si spera di rientrare in qualche stanzetta dei bottoni, ecco che per miracolo rispuntano i soliti nomi della politica politicante?
E no, tutto questo i liberali non lo apprezzano, caro De Luca.
E qualcuno ha borbottato al Congresso. Qui hai sbagliato e di grosso, con il tuo eccesso di machiavellismo.
Certi nomi dovevi scordarli.
Noi liberali siamo garantisti, e sappiamo anche che una condanna non vuol dire necessariamente che la persona sia peggiore di altre. Ma tutto ha un limite: in un partito virtuale, quasi inesistente, si pretende la purezza assoluta. Ciò che appare è. Se no, non siamo credibili: gente "mani in pasta" e arruffoni ce ne sono (anzi, ti assicuro che sono più "bravi" ed "efficienti")anche nei grossi partiti di Destra e Sinistra. Non potremmo mai raggiungerli. Perché imitarli, dunque?
Quindi no, anche, a certe situazioni poco chiare in Sicilia, tanto per dirne una...
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