5 maggio 2008

 

Chianciano radicale, tra il carisma del Papa laico e i sortilegi. E i liberali?

Voglio bene a Pannella, il politico più fantasioso, anzi il personaggio più teatrale ed estroso della politica italiana, che con un narcisismo patologico ed una verbosità che avrebbero incuriosito Freud ha però fatto scattare mille contraddizioni interne, ha sedotto coscienze impenetrabili, ha convertito sulla via di Damasco fior di miscredenti (in lui) e, di riffe o di raffe, magari usando sapientemente non la fredda ragione, ma il calore seduttivo delle emozioni e il ricatto dolce della violentissima non-violenza (contraddizione suprema per un liberale, anche se liberal-socialista), ha comunque assicurato all'Italia alcune conquiste di cui vado fiero.
Lo dico da liberale e radicale da sempre, magari un po' dissidente, se me lo consente il "Papa laico", notoriamente più severo di quello vero, perché non ammette eresie e vuole gli adepti adagiati sul pavimento "perinde ac cadaver". Radicale dissidente non sui temi e gli obiettivi, sia chiaro, ma sui modi, sui metodi, sulla stessa atmosfera carismatica e messianica tipica dell'ultimo vero Partito-Chiesa ancora esistente al Mondo (dopo le "liberalizzazioni" cinesi). E per di più col "consenso" di tutti gli adepti, sia chiaro, come dimostra un'imperdibile corrispondenza (vedi oltre) del nostro inviato speciale, il fratello gemello Giulio Cesare Vallocchia, ormai - peggio per lui - così simile a me che sono seriamente preoccupato per il suo futuro.
Ma un altro è l'errore grave di Pannella: non aver mai voluto riconoscere che il Liberalismo non è un'interpretazione filosofica, un "pre-partito" annegato nell'Iperuranio delle idee, ma vorrebbe essere anch'esso un movimento unito. Se non altro per un senso di giustizia laica e addirittura di realismo elettorale, dato che noi liberali siamo potenzialmente oltre il 30 per cento degli Italiani . No, di questo è da sempre vietato parlare anche in casa radicale, dove pure ci si riempie la bocca dell'aggettivo liberale, e il nostro Raffaello Morelli che all'assemblea di Chianciano, dove parlavano cani e porci, ha sollevato la questione liberale sentendosi giustamente a casa sua, è stato accolto freddamente, quasi come un intruso, con quell'ironia tagliente di cui noi radicali siamo specialisti. "Divertente", è stato questa mattina il commento sarcastico di Emma Bonino sull'intervento di Morelli nell'intervista di Massimo Bordin a Radio Radicale. Io non mi diverto affatto, invece, per questa persistente ottusità dei fraterni amici radiicali, di cui continuo a non capire la tendenza a voler mescolare e diluire il tutto nel tutto, nella massima confusione, proprio come stanno facendo la Destra e la Sinistra populiste e senza idee.
NICO VALERIO
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CHIANCIANO, MENZOGNE E SORTILEGI
Marco Pannella ha chiuso l' Assemblea dei Mille convocata a Chianciano con un colpo di scena degno del mago Sylvan. Appassionata come al solito la partecipazione del popolo radicale, accorso numerosissimo per sentire direttamente dalla voce del profeta cosa fare e con chi andare dopo la più dirompente tornata elettorale dopo quelle del '48 e del '64. Non sono mancati nemmeno i Vip della politica, a cominciare da Prodi, Capo del Governo uscente, che dopo aver snobbato per anni i radicali, le loro proposte e le loro proteste, è andato a rendere omaggio all' unico partito che si è sempre comportato lealmente nei suoi confronti. E' mancato all' appello Fausto Bertinotti che era stato ripetutamente invitato da Pannella, ma ha fatto la sua apparizione molto applaudita un big della sinistra-arcobaleno Cesare Salvi, insieme ai due ex-verdi Boato e Francescato, tutti in crisi di identità e alla ricerca di approdi. Per il PD-Partitus Dei è intervenuto il senatore Giorgio Tonini, controbilanciato sull'altra sponda dal Maurizio Sacconi, del Popolo della Libertà vigilata dal Vaticano. Sorprendente per realismo e onestà intellettuale l'ironico e autoironico intervento di Gianfranco Rotondi, l'unico democristiano doc che pur nella rivendicazione della sua cattolicità si è dimostrato molto più laico dei cristianisti integralisti dell' UDC di Casini che, con il PD e Manette per Tutti, dovrebbero costituire l'opposizione al prossimo Governo Berlusconi.
Ma niente affatto sorprendente è stata la passione con cui decine di militanti radicali hanno dato i loro contributi nelle quattro commissioni e nella discussione generale in sala grande. Sono proprio loro, i militanti che sborsano annualmente il più alto costo di tesseramento (200 euro) mai richiesto in Italia da un partito politico, la vera forza di Marco. Una passione grande, una libertà grandissima di linguaggio e di espressioni, personaggi diversissimi, seri o colorati, border-line, borghesissimi o borgatari, meditabondi o incazzatissimi, ma tutti inguaribilmente ammalati di voglia di politica nell' unico modo libero e onesto che oggi in Italia è garantito solo dai radicali.
E' stata proprio la quantità e la qualità degli interventi "di base" quello che rende meritevole di una partecipazione ogni assemblea, convegno o congresso del partito di Pannella. Di Pannella, certo, perchè lui "è" il partito. E infine proprio lui è stato capace di cavare un ragno dal buco del dibattito alla fine di una interminabile kermesse in cui si sono alternate le "menzogne" dei politicanti professionisti e gli appassionati e onesti interventi dei militanti. Tutti più o meno, pur dando indicazioni diverse, sapevano benissimo che sarebbe stato Pannella, la guida suprema, quello che avrebbe fatto luce sul vicolo cieco di un partito presente sì in Parlamento, ma chiuso per nel recinto del PD-Partitus Dei pur se con vaghi spazi di una non meglio specificata "autonomia".
Ed è stato lui, il Mago Sylvan Pannella che con un sortilegio finale ha tirato fuori dal cilindro il coniglio bianco che tutti attendevano. E dopo quarantacinque minuti di parentesi graffe, quadre e tonde, riempite di concetti aramaici, sanscriti e ostrogoti che verranno decrittati e resi comprensibili da Massimo Bordin, l' unico esegeta del profeta capace di capire quasi tutto quello dice in mezzo alle parentesi, finalmente è arrivato il colpo di teatro. Davanti a una platea ammutolita in attesa di venir illuminata dall'accecante bagliore di una folgorazione, Pannella si è rivolto a Mauro del Bue, co-promotore con lui dell' Assise di Chianciano, e con un tono e un portamento degno di Carlo Magno sul trono di Aquisgrana lo indica all' assemblea e lo nomina "Coordinatore". Coordinatore ? Ma de che? Nessuno se lo chiede, e tutti i convegnisti felicemente applaudono, grati al profeta di aver dato un senso all'appassionato dibattito che rischiava di chiudersi senza un finale accettabile.
Tutto rinviato a quello che il Coordinatore Del Bue saprà inventarsi per riempire di significati e di scopi questo misterioso coordianamento, frutto dell' ennesimo sortilegio pannelliano. La kermesse di Chianciano è finita e come nel finale dell' orwelliano 1984 tutti in piedi ad applaudire il Grande Fratello Pannella. E anche io, pur incazzato perchè di tutto quello che è successo non ho capito un cazzo, sono saltato in piedi proprio come il protagonista di 1984 e spellandomi le mani nell'applauso entusiasta proprio in quel momento, come il povero signor Smith di Orwell, sono stato folgorato dalla Verità..... Io amo il Grande Fratello Pannella.
GIULIO C. VALLOCCHIA

Comments:
Sono d'accordo in tutto. Forse si potrà parlare di unificazione liberale quando il Papa laico non sarà più tra noi e Berlusconi si sarà ritirato perché stufo della politica...
 
Un giorno faremo la lunga lista dei personaggi "prime donne" della politica che per mettersi sempre in evidenza nel tipico teatrino "one man shaw" hanno affossato le idee disabituando il pubblico alla dialettica e al confronto. Basta con la caricatura della politica: il personalismo improvvisativo. Perfino De Luca (PLI), nel suo piccolo, fa così. E non ha né l'intelligenza né la dedizione di Pannella, che fa politica a tempo pieno da 50 anni.
 
Ottimo, come sempre.
 
Divertente. Però io ormai dò i radicali per persi come liberali.
 
i personaggi più "intolleranti", "assolutisti", "manichei" che io abbia mai visto/sentito, sono/stanno proprio tra i "radicali" : mi dite che "ch'azzecca" (come dice il Tonino) con i LIBERALI ????
QUELLA E' TUTTA UN'ALTRA STORIA !

Liberella
 
Liberella, posso capire il tuo sfogo: anch'io ho "subito" i radicali avendoli frequentati (v. articoli successivi). Ma posso dirti che sbagli. O meglio molti di loro sono (o meglio, erano) come dici tu, ma per carattere, per nevrosi, non per ideologia. Le loro idee sono o dovrebbero essere liberali doc.
 
quello che stavo cercando, grazie
 
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